Cultura

Khaled Fouad Allam,da musulmano dico: vi restituisca una radice

"Così la Chiesa dimostrerebbe che si può vincere la sfida della libertà senza perdere l’identità. Ratzinger? Non è tradizionalista"

di Stefano Arduini

Un fine stratega geopolitico, ma anche un fedele testimone della fede cattolica. Sorprende che ad indicare i due caratteri che dovrà interpetare Papa Ratzinger sia l?algerino Khaled Fouad Allam, musulmano, figlio di madre siriana e padre marocchino, docente a Trieste di Sociologia del mondo musulmano, nonché editorialista di Repubblica. Vita: Cosa si aspetta un musulmano da Benedetto XVI? Khaled Fouad Allam: Il mondo non è più quello di 26 anni fa. Oggi ci sono le tv. Il Papa sarà sempre di più una figura universale che trascende i confini del cattolicesimo. Premesso ciò, e lo dico da musulmano, mi aspetto che Ratzinger sappia testimoniare un cristianesimo autentico in grado di ricomporre questa schizofrenica scissione fra i valori da una parte e la società dall?altra. Vita In concreto questo che cosa significa? Fouad Allam: Il rapporto con la gioventù è un patrimonio da non disperdere. Quando Giovanni Paolo II parlava ai giovani si riferiva alla necessità di trasmettere una memoria e dei valori di riferimento in un momento in cui le famiglie non riescono più a farsi carico di questo compito. L?altra sfida da raccogliere è la ?teologia dell?alterità?. Un aspetto, questo, che forse Wojtyla non ha potuto valorizzare. Ormai sullo stesso pianerottolo vivono cristiani, musulmani, ebrei, ortodossi, indù. Questa relazione dovrebbe arricchire il cristianesimo, non indurlo a stabilire inutili parallelismi e simmetrie. In questo senso è importante riprendere la battaglia per affermare le radici cristiane nella Costituzione europea. Vita: Se lo dice un musulmano? Fouad Allam: Primo, non vedo perché un cristiano dovrebbe vergognarsi delle sue radici. Ma soprattutto un riferimento di questo tipo servirebbe da retrospettiva pedagogica anche per l?Islam. Significherebbe dimostrare anche alle altre religioni che è possibile raccogliere le sfide della libertà senza perdere l?identità. Vita: Quale errore il nuovo Papa non dovrà commettere? Fouad Allam: Qui volevo arrivare. Il cattolicesimo non può permettersi di pensare a se stesso come qualcosa di eterno e immutabile. Allo stesso modo non deve ritenere l?Islam un monolite incapace di modellarsi alle nuove sfide della globalizzazione e della convivenza. Vita: Ratzinger però passa per essere un tradizionalista… Fouad Allam: Non credo. Leggo la sua elezione, così rapida, in continuità con Giovanni Paolo II. Dirò di più: con Benedetto XVI l?eredità di Wojtyla esce rafforzata. Vita: Difficilmente però verrà definito un pacifista? Fouad Allam: Non mi piace la definizione. Ogni Papa, in quanto cristiano, è per la pace. Ma anche su questo terreno Ratzinger non sarà un Papa diminuito rispetto a Giovanni Paolo II. Nel nostro contesto il Pontefice si deve assumere un ruolo da geostratega universale. Vita: In che senso? Fouad Allam: La Chiesa cattolica è costituita da una chiesa europea, una chiesa araba, una chiesa africana. Per questo ha maggiori informazioni rispetto ai singoli governi. E in più applica la logica della ricerca della convivenza e non del potere, come fanno gli Stati. Quindi dal nuovo Papa mi aspetto un contributo fondamentale, per esempio nella questione palestinese. Vita: E con Russia e Cina come la mettiamo? Fouad Allam: Vedrete: Ratzinger presto sarà a Mosca.


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