Volontariato

Santiago, occhio alle fate

Michele Serra: "Viaggio perché ho bisogno degli altri per capire me stesso"

di Emanuela Citterio

Caustico, ironico, firma brillante di Repubblica. Michele Serra è uno che accetta le sfide, che seduce raccontando i suoi percorsi fra culture, Paesi e ideologie. Per questo è uno a cui fare tre domande sul viaggio. Se le dico turismo cosa le viene in mente? Qualcosa che ci mette al riparo da traumi eccessivi. C?è sempre Europe Assistance. Il viaggio che l?ha stupita di più? Il Cammino di Santiago. Per Radio 3 ne dovevo raccontare un pezzo. Con la mia compagna abbiamo attraversato tutta la Navarra. Non so, forse mi aspettavo di confrontarmi con le radici dell?Europa e della cristianità, essendo uno dei tre grandi pellegrinaggi medievali, ma a un certo punto, tra giapponesi lettori di Coelho e brasiliani lettori di Coelho non ho capito più nulla. Non mi dica, lei difensore della cristianità? Una signora ci ha detto di non calpestare un rametto di biancospino perché è la dimora delle fate. Mi veniva da dirle: ma se vuole incontrare le fate, perché non se ne va a cercarle in Norvegia? Gli integralismi mi fanno paura. Ma la spiritualità prêt-à-porter genera mezze cartucce.


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