Formazione

L’heysel?Mai accaduto

Si rigioca Juve-Liverpool 20 anni dopo.Tra strane dimenticanze. Allo stadio di Bruxelles morirono 39 persone. Francesco Caremani

di Redazione

La sorte, o chi per lei, ha deciso di giocare un brutto scherzo a Juventus, Liverpool e Uefa, consegnando alla cronaca un quarto di finale di Champions League altamente rievocativo, proprio nell?anno del ventennale dell?Heysel. Perché dire Juventus-Liverpool significa ricordare la tragedia del 29 maggio 1985 avvenuta allo stadio di Bruxelles, o almeno così è l?aretino Otello Lorentini, papà di una delle vittime, da allora presidente dell?Associazione delle famiglie delle vittime di Bruxelles e oggi presidente onorario del Comitato permanente contro la violenza nello sport ?R. Lorentini – G. Conti? (che ha sede in via Vittorio Veneto 33/14 ad Arezzo, telefono 0575 902528, comitatopermanente @libero. it). Lo è anche per tanti sportivi. Ma non lo è stato per Juventus, Liverpool e Uefa che in questi venti anni hanno cercato soprattutto di dimenticare e, peggio ancora, far dimenticare, impedire di ricordare, rischiando di far morire due volte le vittime dell?Heysel. Vittime della cieca e ubriaca furia degli hooligans inglesi, ma anche della criminale incapacità di prevedere e prevenire da parte di Uefa, Federcalcio belga e autorità locali. Che l?operazione del silenzio, poi, sia andata in qualche modo in porto lo si è evinto anche in questi giorni, in cui i media sono tornati in massa a parlare dell?Heysel. Luoghi comuni a go-gò, quasi sempre ignorando Otello Lorentini che di questa battaglia è stato ed è l?artefice principale, una battaglia di giustizia portata avanti contro tutto e contro tutti. È lui che ha seguito tutte le udienze dei tre gradi di giudizio del processo, è sempre lui che ha continuamente informato le famiglie di ciò che accadeva a Bruxelles, per telefono o per posta, è ancora lui che chiede oggi, dopo tanti offensivi ?no?, di giocare ad Arezzo, la sua città, Juventus-Liverpool sotto l?egida dell?Uefa. La data non è un problema. Fine campionato o all?inizio del prossimo poco importa, l?importante è farla, per commemorare degnamente le vittime del 29 maggio 1985, perché il quarto di finale di Champions League non ha niente a che vedere con i morti dell?Heysel, non foss?altro per i miliardi in palio. Se non lo facessero andrebbero incontro a una figuraccia che si aggiungerebbe a tutte quelle già fatte sino ad oggi. Va detto anche che ci sono famiglie e familiari che con l?Heysel hanno chiuso i ponti del dolore da tempo e non intendono riaprirli. In vista del match di Champions, però, qualche chiarimento su quello che accadde 20 anni fa va dato: pochi sanno che la condanna del 1991 in Cassazione ha fatto giurisprudenza, condannando per la prima volta l?Uefa alla corresponsabilità per gli eventi che portano il suo marchio. Ancora troppi scrivono che in 39 sono morti per il crollo del muro, quando si dovrebbe dire che per fortuna che è crollato, altrimenti molti altri sarebbero deceduti per schiacciamento, soffocamento, asfissia, o perché assassinati dagli hooligans. C?è poi chi ha ricordato l?Heysel facendo finta di dimenticarsi di Otello Lorentini e dei familiari delle vittime. Perfino Mediaset, lo rivelano voci interne alla redazione sportiva, non ha troppa voglia di ricordare l?accaduto, perché è la televisione ufficiale della Champions League, quindi profilo bassissimo. Tristissimo. Bisognerebbe fare un giro nel sito ufficiale del Liverpool per leggere le deliranti frasi che compaiono nella pagina dedicata all?Heysel, come se la storia di quella sera potesse essere riscritta a proprio piacimento, per fare finta, gli inglesi come i belgi, che non si sia trattato di una vergogna nazionale che resterà nella storia europea, scolpita a fuoco dal dolore di chi ha perso un babbo, un figlio, un marito. Poiché alla fine questo resta. Al di là di tutto resta la solitudine col proprio dolore, le notti insonni visitate dagli incubi e dai ricordi più feroci, cose che nessuno potrà mai cancellare o far dimenticare, nonostante in tanti, Juventus in prima fila, abbiano cercato di farlo. Di fronte a tanto dolore, di fronte all?inaccettabile perdita di un proprio caro per una banale partita di calcio, di fronte a tanti silenzi e congiure, cosa è un?amichevole giocata al Comunale di Arezzo, per regalare un pomeriggio, due ore di tempo, a chi il tempo per vivere l?ha perso, sugli spalti dell?Heysel, vent?anni fa? *autore di Le verità sull?Heysel-cronaca di una strage annunciata (Libri di Sport Edizioni, 2003, Bologna)


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