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Afghanistan: qui ci sono ong che fanno cose ridicole

Parla Alberto Cairo: "Il nostro centro ortopedico non è allacciato alla rete elettrica perché non ho pagato 15mila dollari di tangenti".

di Paolo Manzo

Al j?accuse del presidente Hamid Karzai, secondo il quale molte «ong in Afghanistan sono corrotte», risponde Alberto Cairo, l?operatore umanitario italiano più famoso da quelle parti: «In qualche caso Karzai ha ragione, ma dobbiamo fare dei distinguo». E Cairo, che da 15 anni è un punto di riferimento per chi soffre a Kabul, i distinguo li fa tutti in quest?intervista-choc. Vita: Karzai polemizza con le ong, accusandole di sprecare denaro. Ha ragione o no? Alberto Cairo: La questione è molto complessa. Se parli con i ministri, ti dicono che i fondi destinati alle ong devono passare attraverso il governo. Si ritengono capaci di amministrarli e i soli ?aventi diritto?. Le ong, da parte loro, sostengono che perderebbero la necessaria autonomia per lavorare e non potrebbero adempiere alle necessità per le quali sono nel Paese e alle obbligazioni prese coi propri donatori. Inoltre, perderebbero buona parte dei fondi, ?mangiati? dall?apparato governativo. Se poi discuti del tema con la gente comune, la risposta è una sola: non date niente al governo, sparirebbe tutto, i soldi è meglio che li amministrino le ong ?straniere? perché quelle locali fanno poco o nulla. E intascano?. Vita: Chi ha ragione? Cairo: Hanno tutti in parte ragione, in parte torto. Il governo ha decisamente diritto di gestire i fondi per la ricostruzione del Paese, in tutti i settori, ma ha enormi lacune organizzative, gestionali e di controllo. Vita: E il problema della corruzione? Cairo: La corruzione, ahimé, qui è tantissima, è davanti gli occhi di tutti, e tutti ne sono vittime. Bustarelle, neppure tanto sottobanco, raccomandazioni obbligatorie, favoritismi, legge del più forte, conti gonfiati. Ne so qualcosa: per aver rifiutato di pagare un conto gonfiato di 15mila dollari, il centro ortopedico non è allacciato alla rete elettrica della città, e siamo costretti ad usare i gruppi elettrogeni giorno e notte. Le ong hanno ragione quando dicono che se a tenere la cassa è il governo, ne diventerebbero meri esecutori, ?implementing agencies?, perdendo l?autonomia gestionale. Potrebbero essere facilmente costrette a fare quello che non ritengono giusto né opportuno, o a farlo contro il loro spirito e quello dei loro donatori. Potrebbero essere costrette a dare lavoro a raccomandati e parenti di persone altolocate. Fino alla paralisi. Il governo precedente aveva previsto un iter burocratico per la registrazione e l?attività delle ong così complicato da rendere loro impossibile la vita. Vita: Ma non ci sono responsabilità di alcune ong? Cairo: Bisogna onestamente riconoscere che parecchie ong, soprattutto locali, sono molto sospette. Non svolgono quello per cui sono sorte, la loro vera finalità è creare salari e guadagni per gli organizzatori e per il personale. Spesso per intere famiglie e clan. Avendo autorizzato la loro esistenza, il governo è correo e, oggi, pare essersene dimenticato. Conosco parecchie ong straniere che lavorano bene, ma ne ho viste altre fare cose ridicole. Ricordo l?intervista a una signora italiana che fino a qualche tempo fa era in Afghanistan per una ong che lavora per donne di Kabul. Presentata alla radio e alla tv come un?esperta dei bisogni del Paese, disse che il loro declamatissimo progetto di micro-credito aveva distribuito ben dodici macchine da cucire ad altrettante donne. Sono rimasto esterefatto. Una simile cifretta significa impatto zero sui bisogni e che, di conseguenza, i fondi se ne vanno praticamente tutti nei costi di gestione. In questo caso, per esempio, Karzai avrebbe ragione ma, se i soldi di questa ong li prendesse il governo, forse non sarebbero state distribuite neppure quelle dodici misere macchine da cucire? È un circolo vizioso. Una nota positiva nel panorama umanitario afghano è che la Mezzaluna Rossa afghana ha una nuova presidentessa, Fatema Gailani. La signora si sta dando un gran daffare, sta cambiando non poco la struttura e il modo di lavorare della istituzione. Non avrà vita facile, ma ci sono buone speranze? Vita: Cosa ne pensi della bozza di legge Karzai? Cairo: Alla gente non arriva molto, ma quanto arriva loro l?ottengono dalle ong, non dal governo. Per questo non sono a favore. Non è ancora il momento di consegnare i fondi alle istituzioni: devono dare prova di competenza e correttezza, poi sarà logico dar loro la responsabilità di ricostruire il Paese. Ma ci vorrà ancora un po?. Vita: La presa di posizione di Karzai potrebbe avere conseguenze per le ong occidentali? Cairo: Sarà battaglia dura tra governo, ong e donatori. Spero si arrivi a un compromesso: maggiore partecipazione del governo ai progetti delle ong, maggiore coordinamento da parte del governo, progressivo (e lento) passaggio di consegna. Ma mi auguro che nessuna ong lasci. Qui sono troppo necessarie. L?Afghanistan senza ong sarebbe un Paese inconcepibile. Vita: Mi fa l?elenco dei problemi dell?Afghanistan d?oggi? Cairo: Sono tanti. La corruzione, la sicurezza che ancora manca a causa del terrorismo e della delinquenza comune, il disarmo delle parti in causa che è ancora in alto mare, la mancanza di fiducia nelle istituzioni da parte della gente, le differenze e le rivalità etniche, la bassissima istruzione, le competenze professionali inadeguate sia nel settore pubblico sia in quello privato. E poi la droga, perché la lotta alla coltivazione dell?oppio crea mancati guadagni che portano a malcontento, ribellioni, attentati e insicurezza. Il Paese è diventato una base militare straniera per il controllo della zona e il piano di sviluppo è ideato e dettato dall?estero. Infine, tra i problemi, ci metto anche l?enorme squilibrio tra grandi città e campagne, lo scarso sviluppo delle periferie, che vivono nel medio evo. Vita: Ci descrivi una sua giornata tipo? Cairo: Comincio alle 5.30 e finisco quando posso. Raramente prima delle 18. Organizzo il lavoro, dalla fisioterapia alle protesi, controllo, visito i pazienti, formo il personale locale, mi occupo di micro-prestiti… Vita: Croce Rossa italiana e Croce Rossa internazionale. In Afghanistan come vanno le cose? Cairo: Tra Croce Rossa italiana (Cri) e Croce Rossa internazionale (Icrc) non ci sono problemi. La Cri ha piccoli progetti propri, semplici ed efficaci e, inoltre, finanzia il progetto di fisioterapia per i bambini con paralisi cerebrale dell?Icrc. I rapporti sono ottimi. Ci tengo a citare la delegata Cri, Susanna Fioretti: brava, pratica, intelligente. È un piacere lavorare con lei e spero che i loro progetti, qui, vadano avanti. Vita: Cosa pensa di Scelli in politica? Cairo: Su Scelli non ho proprio niente da dire. L’accusa Il presidente afghano ai donatori «Molte ong sono corrotte» Lo scorso 4 aprile, il governo afghano di Hamid Karzai ha accusato pesantemente le organizzazioni non governative di ostacolare lo sviluppo delle imprese locali e di sperperare e rubare i fondi stanziati per la ricostruzione del Paese. Il presidente Karzai, aprendo la Conferenza dei donatori a Kabul, ha affermato che «molte organizzazioni non governative sono corrotte e sprecano denaro. Il governo afghano da oggi dovrà essere meglio informato sul lavoro quotidiano di queste aziende e dovrà svolgere un ruolo più significativo nel processo di sviluppo». Dopo la denuncia, Karzai è passato immediatamente alle vie di fatto: «Ho affidato a una commissione lo studio di un testo di legge che punisca severamente gli sprechi e i furti di fondi. I miei tecnici hanno assicurato che il documento dovrebbe essere pronto per fine aprile». Ma una bozza della legge esiste già e, secondo le indiscrezioni di chi l?ha già vista, sarebbe molto dura nei confronti delle organizzazioni non governative. Oltre ai classici reati legati alla corruzione, nel testo sono identificati come punibili anche diverse tipologie di sprechi quali l?acquisto di vetture o arredamenti per uffici giudicati troppo costosi.


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