Non profit

Decreto flussi: inviate comunque le richieste. Potrebbero liberarsi posti

Il governo stabilisce con un "decreto flussi"il numero massimo di cittadini stranieri autorizzati a entrare in Italia

di Redazione

Scrivo in relazione ai flussi per l?entrata di neocomunitari: ho bisogno di un cuoco russo e ho già pronto i documenti, ma come devo fare? Giuseppe C. (email) Precisando che i nuovi Stati aderenti dal 1° maggio 2004 all?Ue sono Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Slovenia, Repubblica Slovacca, Cipro e Malta e che i datori di lavoro che intendano assumere un cittadino neocomunitario (fanno eccezione Cipro e Malta) seguono comunque la stessa procedura prevista per l?assunzione di un cittadino extracomunitario, approfitto dell?occasione per dare alcuni chiarimenti. Innanzitutto, il governo stabilisce con un ?decreto flussi? il numero massimo di cittadini stranieri che ogni anno sono autorizzati a entrare in Italia per lavoro, ripartendo tale quota tra regioni e province sulla base della richiesta dei datori di lavoro e delle qualifiche o mansioni offerte dai lavoratori. Per il 2005 potranno fare ingresso in Italia 79.500 cittadini neocomunitari e altrettanti extracomunitari: di questi ultimi, tolte le quote riservate a stagionali, autonomi e ai lavoratori di origine italiana o provenienti da quegli Stati con i quali l?Italia ha sottoscritto accordi bilaterali, rimangono 15mila colf/badanti, 5mila edili e 10mila lavoratori ?generici? per i quali un datore di lavoro può presentare richiesta. Tali numeri non soddisfano ovviamente l?esigenza del mercato né le aspettative di quanti intendono venire a lavorare in Italia: se consideriamo che il decreto flussi è l?unica possibilità prevista per assumere un lavoratore dall?estero e che spesso diventa un escamotage per far rientrare regolarmente in Italia chi già vi lavora senza permesso di soggiorno, è facile spiegarsi per quale motivo ogni anno si scateni la corsa ai pochi posti disponibili. Per questo, dal giorno dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, i potenziali datori di lavoro spediscono la richiesta alla Direzione provinciale del lavoro, avendo cura che la ricevuta della raccomandata riporti ora e minuto di partenza. I posti a disposizione si esauriscono nel giro di pochi giorni, sebbene l?esame delle domande e la comunicazione avviene di norma dopo mesi. Il consiglio è di inviare comunque la richiesta, sperando che si liberi un posto: non essendo previste liste di attesa né alcuna priorità per le domande non accettate, l?alternativa per gli esclusi è ricominciare la procedura l?anno successivo. Maurizio Bove, Anolf

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