Formazione

Presidente Ciampi, vendere armi alla Cina non si pu

Il senatore Tino Bedin: "Togliere l’embargo a Pechino è un errore se i cinesi non si impegnano sui diritti umani".

di Benedetta Verrini

Ha contribuito in prima persona alla salvaguardia della legge 185 quando, nel 2003, il Senato si trovò a discutere un testo che, di fatto, conduceva allo ?smantellamento? dei controlli sulle esportazioni di armi. Oggi il senatore Tino Bedin, capogruppo della Margherita in commissione Difesa, continua a essere un attento osservatore della Relazione sull?export di armi e delle politiche italiane riguardanti gli armamenti. Vita: Come giudica il progetto, annunciato nella nuova Relazione, per la riscrittura della 185 sulla base del quadro normativo europeo? Tino Bedin: Le esigenze di armonizzazione in chiave europea erano una bugia due anni fa, all?epoca del dibattito sulla modifica della 185, e lo sono adesso. Mi pare che ci siano ormai tutte le condizioni normative per operare in campo internazionale senza dover invocare ulteriori cambiamenti. Le aziende della difesa hanno tutti gli strumenti per muoversi sul mercato e, nello stesso tempo, l?Italia continua a vantare una delle migliori leggi sul controllo e sulla trasparenza che ci siano in Europa. Se si vuole riscrivere la 185, evidentemente è perché il governo italiano trova difficoltà a operare agevolmente con Paesi fuori dall?Unione europea. Vita: A questo proposito, c?è stata polemica, ultimamente, per alcune intese intergovernative in materia di armi con Paesi considerati ?a rischio?. Ad esempio, Israele. Bedin: La preoccupazione è comprensibile, vista la tensione della regione e il possesso, da parte di Israele, di armi nucleari. D?altra parte, il via libera all?intesa deriva dalla considerazione che Israele è retto da un governo democratico e si trova alle prese con un delicato processo di pace, che va sostenuto senza esacerbare le rispettive posizioni. Vita: Che idea si è fatto dell?esplicita ?apertura? dell?Italia a favore della rimozione dell?embargo alla Cina? Bedin: Le dichiarazioni del presidente Ciampi, francamente, mi hanno sorpreso. Ritengo che il caso Cina rappresenti la sfida più grande e difficile che si apre dinanzi ai nostri occhi. La rimozione dell?embargo sulle armi senza che il governo di Pechino sia ricondotto a un vero sforzo di apertura alla voce della società civile locale e allo sviluppo del rispetto dei diritti umani, rischia di portare una serie di problemi in termini di sicurezza e di sviluppo democratico del Paese. Senza contare gli aspetti, anch?essi importanti, che riguardano la protezione della ricerca e delle tecnologie italiane.

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Ma quanto effettivamente è stato esportato nel 2004? Questo dato proviene dalle ?esportazioni definitive?, risultanti dalla relazione sui movimenti doganali, che per l?anno 2004 ha registrato 830 ?consegne? definitive per un valore complessivo di circa 480,27 milioni di euro (nel 2003 erano 629,6 milioni). In termini finanziari, infatti, non esiste una immediata correlazione tra il valore delle ?autorizzazioni concesse? e quello delle ?esportazioni definitive? (cioè effettivamente avvenute), a causa dello sfasamento temporale che esiste tra la richiesta ad esportare, l?effettiva spedizione delle armi (spesso si tratta di materiali e sistemi che richiedono anni per l?assemblaggio).

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