Con il Satellite abbatto le barriere

Dimenticate rampe, montacarichi e pedane. Per trasformare una città infestata di barriere architettoniche in una città accessibile, servono un computer palmare con macchina fotografica digitale e un satellite. Parola di Marco Scagliarini, della cooperativa sociale La Cruna, che ha usato il primo per mappare le barriere di Genova e il secondo per trasferirle in tempo reale sulle carte geografie del Comune grazie a un software progettato con il dipartimento di ingegneria biofisica ed elettronica della locale università. Era il 2004, Genova era capitale europea della cultura e il risultato del monitoraggio sui percorsi di maggior interesse turistico e culturale non era proprio entusiasmante: 790 ostacoli, da scalinate senza scivoli a semafori senza attivatore acustico. «Ma intanto», ricorda Scagliarini, «avevamo un Peba». Acronimo per ?piano di eliminazione delle barriere architettoniche?. In teoria, il modo più semplice per affrontare il problema accessibilità visto che, per legge, ogni Comune italiano dovrebbe averne uno. In pratica, una chimera visto che tra i grandi Comuni solo due l?hanno implementato: Genova e Venezia. L?impatto del Peba satellitare sulla vita dei 35mila disabili della città ligure? È presto per dirlo: «L?eliminazione delle barriere è appena cominciata. Ma una cosa è certa: a beneficiarne sarà l?intera città». È l?obiettivo de La Cruna, che risponde alle esigenze dei disabili pensando a un?utenza il più ampia possibile. Con sei scooter elettrici, a tre e quattro ruote, a disposizione a di chi gira in carrozzina ma anche di cardiopatici, asmatici e anziani. E con lo sportello Terre di Mare e il sito www.terredimare.it che danno informazioni sull?accessibilità di alberghi, ristoranti, musei e percorsi turistici. Info:www. lacruna.com