Welfare

Carcere, a Rebibbia detenuti in sciopero della fame

All'inziativa si è uniti anche Luigi Manconi, Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Roma, e tutti i componenti dell'Ufficio

di Stefano Arduini

Da ieri nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso centinaia di detenuti sono in sciopero della fame, accogliendo la proposta delle associazioni interne al carcere – Papillon, Arci La Rondine, Legambiente, Circolo Giano, Nonsolochiacchiere – volta a sensibilizzare le forze politiche sul problema del sovraffollamento carcerario e per testimoniare solidarieta’ a chi si e’ prodigato e si sta prodigando per sostenere il progetto di legge sull’amnistia presente in Parlamento. A loro si sono uniti Luigi Manconi, Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Roma, e tutti i componenti dell’Ufficio che, a turno, scioperano per 48 ore. Queste, si legge in una nota, le ragioni dell’iniziativa: a) dal 1990 non e’ stato promulgato alcun provvedimento di amnistia: all’epoca i detenuti superavano appena le 40.000 unita’; oggi sono stabilmente oltre le 55.000; cio’ determina un peggioramento drammatico delle condizioni di vita della popolazione carceraria; b) da oltre 5 anni ai detenuti vengono fatte promesse regolarmente disattese: alimentare speranze e poi mortificarle e’ ancora peggio che non promettere. I segretari dei partiti rappresentati in Parlamento dichiarino inequivocabilmente il loro consenso o il loro dissenso rispetto a un provvedimento di amnistia; c) va da se’ che un’amnistia “non risolve i problemi del carcere”: ma e’ altrettanto vero che senza una drastica riduzione dell’affollamento nessuna riforma, grande o piccola, e’ concepibile.

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