Politica

Gran Bretagna: scontri razziali anche a Leeds

Dopo gli episodi di intolleranza che avevano agitato la città di Oldham, ora è Leeds a essere interessata da violente proteste dei giovani asiatici contro gruppi razzisti e polizia

di Redazione

Si riaccendono gli scontri razziali in Inghilterra. Dopo i tre giorni di violenze a fine maggio a Oldham, vicino Manchester, conclusi dopo gravi danni e l’arresto di cinquanta persone, nella notte tra martedì e mercoledì la città di Leeds è stata teatro di nuovi scontri tra giovani di origine asiatica e polizia. Ci sono stati lanci di mattoni contro gli agenti e auto e negozi bruciati.   Pochi giorni prima delle elezioni, che si tengono dopodomani, l’ultima ondata di scontri razziali – la più grave dell’ultimo decennio – è diventata un problema politico, oltre che di ordine pubblico. La comunità asiatica di Leeds, particolarmente quella originaria del Bangladesh, accusa la polizia di aver arrestato e maltrattato un uomo di origine asiatica. La polizia afferma che sono accuse infondate. E la comunità asiatica di Oldham, invece, punta il dito contro gruppi di razzisti bianchi del National Front, un’organizzazione di ultradestra, i quali a loro volta sostengono che indiani e bengalesi impediscono ai bianchi di entrare nelle loro zone. Il primo ministro Tony Blair minimizza e afferma che gli scontri di Oldham e Leeds non sono lo specchio delle relazioni tra gruppi etnici in Gran Bretagna, dove “la vasta maggioranza della popolazione vuole vivere in pace e prosperità insieme”. Blair, che si avvia secondo tutti i sondaggi a una vittoria schiacciante alle elezioni, ha anche difeso l’operato delle forze dell’ordine, accusate dagli asiatici di Leeds di trattarli come cittadini inferiori. Secondo alcuni membri della comunità asiatica di Leeds testimoni degli scontri martedì notte, è stato l’arresto e il pestaggio di un uomo, avvenuto domenica, a esacerbare gli animi. La polizia di Leeds afferma che il motivo delle violenze non è chiaro e che gli agenti sono stati chiamati a intervenire nel quartiere asiatico e lì accolti a sassate da decine di persone, poi diventate centinaia. Un incontro tra la comunità asiatica e rappresentanti della polizia non è servito a fare chiarezza. Anche a Oldham la comunità asiatica accusa la polizia, in questo caso di aver trattato diversamente bianchi e persone di colore durante gli scontri provocati apparentemente dagli estremisti di destra del National Front. La cittadina nei pressi di Manchester è agitata da mesi dalla tensione provocata dai comizi del Front, che vuole cacciare dalla Gran Bretagna neri, ebrei e minoranze etniche. Il ministro degli Interni, Jack Straw, ha cercato una posizione di equlibrio, ma ha ammesso che gli scontri di fine maggio a Oldham “sono stati provocati inzialmente da bianchi”, anche se “in seguito hanno coinvolto asiatici in modo più serio”. La questione è diventata terreno di polemica tra il partito liberaldemocratico, la terza forza politica inglese, e i conservatori. Il rappresentante dei liberaldemocratici per gli affari interni, Simon Hughes, ha affermato che il linguaggio dei leader del centrodestra, compreso il capo del partito William Hague, “può spingere alcuni, anche se indirettamente, a pensare di poter mostrare impunemente atteggiamenti e a volte comportamenti intolleranti”. Hague ha rispedito l’accusa al mittente affermando che proviene da “partiti che cercano di giocare la carta razziale”, e ha incassato la solidarietà del ministro Straw. Intanto però le strade delle grigie cittadine del nord inglese sono diventate il termometro di un problema, quello degli scontri razziali, che la Gran Bretagna di Tony Blair avrebbe volentieri dimenticato, e che invece è tornato con forza. (fonte: Cnn)


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