Formazione

Studiare l’Iraq, foto per foto

Una tesi ha analizzato il rapporto tra media e conflitto.Immagini hanno fatto la vera differenza:vedere una guerra diversa da quella raccontata a parole.Daniela Verlicchi

di Redazione

I media e la guerra. Rapporto difficile, soprattutto quando si tratta di guerre recenti e controverse come la seconda guerra del Golfo. Per tutto il 2003, la guerra in Iraq ha occupato le prime pagine dei quotidiani nazionali, concretizzandosi in immagini-simbolo che sono prepotentemente entrate nella nostra memoria collettiva. Ma come è stata raffigurata la guerra? Quale immagine di essa è stata proposta al pubblico italiano? È questo l?argomento della mia tesi di laurea in Scienze della comunicazione dell?università di Bologna che s?intitola appunto I media e la costruzione della realtà. Il caso della seconda guerra del Golfo. L?idea che sta alla base di questo studio è che i media rappresentano frammenti della realtà che vogliono raccontare al proprio pubblico, attraverso cornici interpretative ricorrenti, i ?frame?. Per la guerra in Iraq, in particolare, ho individuato due frame principali: Il dovere della guerra e Opposizione alla guerra. Attraverso essi i quotidiani italiani hanno interpretato e presentato questo evento ai propri lettori. Dall?analisi della rappresentazione della guerra in otto quotidiani (Libero, Il Giornale, Il Foglio, Il Corriere della Sera, Repubblica, Avvenire, il manifesto e La Stampa) per due mesi e mezzo, a cavallo del periodo nel quale si sono svolte le operazioni millitari (dal 16 febbraio 2003 al 1° maggio 2003), emerge un?immagine della guerra sostanzialmente ?bifronte?. Esaminando solamente la parte verbale della copertura mediatica dell?evento, la guerra è rappresentata criticamente nella maggior parte delle testate analizzate (Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, il manifesto e Avvenire). Mentre prendendo in esame le immagini che dalle pagine dei quotidiani hanno ?raccontato? la guerra ai lettori italiani, la situazione si capovolge: in 5 delle 8 testate analizzate prevale il frame Dovere della guerra (Libero, il Giornale, Il Foglio, il Corriere della Sera e La Stampa). Il Corriere della Sera, in particolare, è attraversato da una faglia insanabile tra parole e immagini: le prime rappresentano la guerra come un?iniziativa unilaterale, inopportuna e catastrofica, le seconde veicolano l?idea di un conflitto umanitario, democratizzante e di liberazione. Casualità? Scelta editoriale? Precisa volontà di presentare due opposte immagini della guerra? Bisognerebbe chiedere in via Solferino. Il professore Fabrizio Tonello: un?analisi rivelatrice Studium: Per quale ragione ha assegnato questa tesi? Tonello: Pensavo che sarebbe stato interessante analizzare il flusso mediatico su questo evento che, all?apparenza magmatico e caotico, è risultato costruito su quadri interpretativi ricorrenti e precisi. Studium: Si aspettava risultati di questo genere? Tonello: Devo dire che il Corriere ha confermato le mie aspettative. Le immagini hanno infatti bilanciato le prese di posizione di alcuni editorialisti che non rispecchiavano la linea editoriale del giornale. Info: www.dsc.unibo.it


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