Non profit

Chi ha vinto vuol bene al non profit

Dopo regionali

di Ettore Colombo

Molti dei governatori – e dunque dei governi regionali – che hanno vinto le ultime elezioni piacciono al terzo settore. Lo tsunami elettorale che si è abbattuto sul centrodestra e ha spianato la strada all?Unione, infatti, fa salve le ?buone pratiche? messe in campo dalle Regioni italiane per quanto riguarda non profit e volontariato ma anche immigrazione, solidarietà internazionale e sussidiarietà orizzontale.
La Campania di Antonio Bassolino, per dire, che ha stravinto le elezioni, ha fatto da apripista approvando una norma rivoluzionaria non solo per la Campania ma per il resto del territorio nazionale, il reddito di cittadinanza, detto anche ?reddito d?inserimento?. Ma la Regione guidata da ??o governatore? vuol dire anche sistema formativo integrato raccordato a politiche attive del lavoro.
In Toscana Claudio Martini è stato riconfermato a furor di popolo. Martini ha gestito il Social forum di Firenze, ha lavorato sui ?beni comuni? (acqua e non solo), per – anche se a volte sanno un po? troppo di belle dichiarazioni – una globalizzazione dal volto umano, per la solidarietà e la pace. L?Emilia Romagna, come ha dimostrato in un?intervista a Vita il suo presidente Vasco Errani, è all?avanguardia in molti settori, dalla promozione del volontariato e dell?associazionismo alle politiche familiari, dall?integrazione sociale degli immigrati alla cooperazione internazionale.
Ma anche nel ?ridotto? del lombardo-veneto, rimasto nelle mani della Cdl, il terzo settore può salutare con soddisfazione la riconferma di Giancarlo Galan e Roberto Formigoni. Il Veneto è la Regione che promuove Civitas, mette in atto politiche di sostegno al volontariato (per esempio attraverso l?acquisto di immobili per i Centri di servizio), inaugura il Parco solidale, mette a confronto giovani e assessori (a Jesolo). La Lombardia è la Regione dove il rapporto tra il governo e il non profit è più stretto e antico, dove i tavoli di consultazione sono permanenti, che fa pratica vera di sussidiarietà (ultimo esempio sullo tsunami, attraverso un?erogazione di fondi che ha coinvolto le ong), che ha abolito l?Irap per le onlus.
E i contendenti dei governatori rieletti con solide maggioranze? Non pervenuti. Sospeso il giudizio sull?ecatombe che ha colpito il governatore del Lazio, Storace, che pure la sussidiarietà l?aveva messa nello Statuto regionale (ma chissà se Marrazzo sa cos?è), restano da salutare due outsider. Una è Mercedes Bresso, e oggi governa il Piemonte: guidò una delegazione delle Province italiane a Porto Alegre, ma è una riformista seria e pacata. L?altro è Nichi Vendola: ha stracciato Fitto in Puglia, è radicale e passionale (ci piace anche per questo). Speriamo che ora la sua utopia diventi buon governo.

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