Welfare

Imprese tocca a voi

Le aziende hanno precise responsabilità nel settore dei diritti umani. Ecco alcuni passaggi delle raccomandazioni preparate dalle Nazioni unite.

di Redazione

Quali sono le responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani? Considerando le responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani, è importante ribadire che i principali titolari di responsabilità sono gli Stati. Se da un lato l?impresa può influenzare il godimento dei diritti umani, dall?altro ha un ruolo diverso e differenti obiettivi, e influenza i diritti umani in modo diverso rispetto agli Stati. Le responsabilità degli Stati non possono essere quindi trasferite all?impresa; le responsabilità di quest?ultima devono essere definite separatamente (…). Il Global Compact ha identificato le responsabilità dell?impresa in relazione a due principi. Primo: le imprese dovrebbero rispettare e promuovere i diritti umani internazionalmente proclamati. Secondo: le imprese dovrebbero essere sicure di non essere complici in abusi di diritti umani. Ciò fornisce un utile punto di partenza per comprendere le responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani, suggerendo tre diverse forme di responsabilità. Le prime due (?rispettare» e «promuovere» i diritti umani) si riferiscono agli atti e alle omissioni delle imprese stesse; la terza («essere sicuri di non essere complici» di abusi di diritti umani) alle relazioni tra imprese e terzi. La responsabilità di rispettare i diritti umani è relativamente non problematica, e richiede che il business si astenga da atti che interferiscano con il godimento dei diritti umani. Questioni più complesse sorgono sulla responsabilità di promuovere i diritti umani. Essa suggerisce infatti che le imprese si facciano carico di responsabilità nella promozione dei diritti umani, sia attraverso investimenti che attraverso la promozione della crescita economica e delle condizioni di base richieste per il godimento dei diritti umani. D?altra parte, accettare che il business abbia responsabilità nel promuovere i diritti umani potrebbe non accordarsi con la tradizionale discrezione degli Stati nell?esercitare un potere di equilibrio nelle politiche sui diritti umani. È anche da notare che le imprese hanno già responsabilità in altre aree del diritto nazionale, per esempio quando vengono meno a un obbligo di attenzione nei confronti di dipendenti o di comunità locali. Analogamente, la responsabilità delle imprese di «essere sicure di non essere complici in abusi di diritti umani» solleva questioni complesse. Le imprese spesso agiscono in joint venture o con governi nazionali e locali, cosa che potrebbe portare a un?accusa di complicità se il partner avesse commesso abusi di diritti umani. Una definizione di «complicità» stabilisce che una impresa è complice in abusi di diritti umani se autorizza, tollera o coscientemente ignora abusi di diritti umani commessi da un ente associato con essa, o se l?impresa consapevolmente offre assistenza pratica o incoraggiamento alla perpetuazione di abusi di diritti umani. (…) Il diritto penale nazionale e internazionale ha elaborato la dottrina della complicità come base per la responsabilità penale (…). La dottrina della complicità nel diritto penale nazionale e internazionale potrebbe pertanto fungere da guida nell?ulteriore elaborazione di questa responsabilità. Quali sono i limiti delle responsabilità del business nei confronti dei diritti umani? I limiti delle responsabilità del business nei confronti dei diritti umani non sono facilmente definibili come gli obblighi degli Stati. Mentre una piccola impresa potrebbe avere un?influenza relativamente limitata sul godimento dei diritti umani in un Paese, una grande società potrebbe influenzare il godimento di diritti umani ben al di là dei confini di uno Stato. Definire i limiti della responsabilità del business nei confronti dei diritti umani richiede la considerazione di altri fattori quali la grandezza della impresa, le relazioni con i suoi partner, la natura delle sue operazioni e la vicinanza delle persone alle sue operazioni. Un modo utile per comprendere lo scopo e i limiti delle responsabilità del business è il concetto non legale di «sfera d?influenza» di una impresa, che tende a includere gli individui nei confronti dei quali ha una certa vicinanza politica, contrattuale o geografica. Ciascuna impresa, qualunque sia la sua dimensione, avrà una sfera di influenza; più grande è l?impresa, più grande è probabile che sia la sfera d?influenza. È rilevante notare che il Global Compact richiede alle imprese che partecipano di «abbracciare, sostenere e mettere in atto, all?interno della loro sfera d?influenza» i suoi dieci principi. La nozione di «sfera d?influenza» potrebbe essere utile per chiarire fino a che punto le imprese debbano «promuovere» i diritti umani e possano essere «sicure che non siano complici in abusi di diritti umani» mettendo limiti alle responsabilità a seconda del potere di azione di una impresa. Il concetto di «sfera di influenza» potrebbe aiutare a chiarire i limiti delle responsabilità delle imprese in relazione con altri enti quali società controllate, agenti, fornitori e compratori, accertando il grado di influenza che un?impresa esercita su un partner nella sua relazione contrattuale e di conseguenza il grado di responsabilità per gli atti o le omissioni di una controllata o di un partner. Allo stesso tempo, il concetto di «sfera d?influenza» dovrebbe tracciare i confini tra le responsabilità delle imprese e i doveri degli Stati, così che le imprese non si assumano il ruolo del governo nel far rispettare la legge. Per concludere, la nozione di «sfera d?influenza» potrebbe assicurare che imprese piccole non si debbano far carico di responsabilità troppo onerose sui diritti umani, ma solo di responsabilità verso le persone all?interno della loro sfera d?influenza. Come possono essere garantite le responsabilità del mondo del business nei confronti dei diritti umani? Assicurare che il mondo degli affari rispetti i diritti umani è innanzitutto questione dello Stato. Gli Stati si sono assunti obblighi internazionali per il rispetto dei diritti degli individui e dei gruppi e di proteggere questi diritti contro l?azione di terzi; questi terzi includono le imprese. Molti Paesi hanno introdotto una legislazione che dà esecuzione ai diritti umani e che detta regole alle imprese in settori come la discriminazione e i diritti umani dei lavoratori. (…) Le imprese hanno anche un ruolo nell?assicurare la protezione degli standard dei diritti umani nelle loro attività. Iniziative volontarie sui diritti umani possono aiutare a promuoverne il rispetto all?interno dell?impresa e dare un significato concreto agli standard dei diritti umani. Le imprese possono anche promuovere i diritti umani nelle loro relazioni con partner di affari, inserendo termini contrattuali sul rispetto per i diritti umani nei reciproci accordi. Analogamente, i meccanismi di mercato hanno un ruolo nell?assicurare il rispetto dei diritti umani attraverso l?uso di indici ambientali e sociali e la valutazione pubblica della responsabilità sociale che misura le prestazioni dell?impresa, cosa che a sua volta può influenzare la fiducia del mercato e motivare migliori prestazioni. Tuttavia, le iniziative delle imprese e del mercato hanno i loro limiti e non sono necessariamente esaustive, né sostituiscono un?azione legislativa. Non a caso, mentre l?azione volontaria pro diritti umani funziona per i ben intenzionati, e potrebbe aumentare lo standard di altre imprese, alcuni settori della società civile sono scettici sulla loro efficacia complessiva. (…) Si discute sempre più fino a che punto le imprese capogruppo dovrebbero essere assoggettate alla legge e alla giurisdizione dei Paesi in cui hanno il quartier generale in relazione alle loro operazioni all?estero. (…) La commissione potrebbe studiare più approfonditamente la protezione dei diritti umani in situazioni in cui uno Stato ospitante non vuole o non è in grado di proteggere i diritti umani, compreso lo studio delle opportunità offerte dalla regolamentazione del Paese di origine. È necessaria una dichiarazione delle Nazioni Unite di standard universali che stabilisca le responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani? La Commissione si è fatta carico di identificare opzioni per il rafforzamento degli standard sul lavoro e i diritti umani. In questo contesto sembra che ci sia un crescente interesse verso una dichiarazione delle Nazioni Unite di principi universali sul lavoro e i diritti umani. In particolare la Commissione potrebbe chiedersi: 1) se la dichiarazione aiuterebbe a far chiarezza sul deficit nella comprensione delle responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani (…); 2) se la natura internazionale di una dichiarazione delle Nazioni Unite aiuterebbe le imprese a creare un campo di azione di base identificando gli standard che tutte le imprese dovrebbero rispettare; 3) se una dichiarazione delle Nazioni Unite aiuterebbe il mondo economico, gli Stati e la società civile a includere la dimensione dei diritti umani all?interno della responsabilità sociale d?impresa; 4) se una dichiarazione delle Nazioni Unite aiuterebbe le imprese a promuovere i diritti civili, fornendo un testo autorevole per spiegare le responsabilità nel campo di diritti umani e sviluppare indicatori, metodologie di valutazione dei diritti umani; 5) se tale dichiarazione aiuterebbe i governi a sviluppare o rafforzare standard nazionali di condotta nel lavoro; 6) se tale dichiarazione aiuterebbe gli Stati che stipulano trattati a dialogare in modo costruttivo sul tema dei diritti umani (…). Quale dovrebbe essere la natura legale di queste responsabilità? Le leggi internazionali sui diritti umani generalmente impongono obblighi agli Stati (…). Gli Stati firmatari di trattati sui diritti umani hanno l?obbligo di proteggere gli individui dalle azioni di terzi, incluse le imprese. Il processo di elaborazione di una dichiarazione di standard universali sul lavoro e sui diritti umani farebbe insorgere la questione dello stato legale di quel testo e se esso possa imporre obblighi legali diretti alle imprese sui diritti umani. La Commissione potrebbe considerare l?effetto di imporre obblighi legali diretti alle imprese secondo la legge internazionale in materia di diritti umani, e anche come questi obblighi dovrebbero essere monitorati. CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI Il processo consultivo precedente alla stesura di questo rapporto ha segnato un ulteriore passo del dialogo tra Stati e diversi portatori di interessi sulla questione del lavoro e dei diritti umani. Alla luce di questo processo l?Alto Commissario formula le seguenti conclusioni e raccomandazioni (…), sottolineando non solo l?importanza del tema all?interno dell?agenda della Commissione ma anche la necessità che la Commissione agisca per sfruttare la significativa spinta a definire le responsabilità delle imprese nel campo dei diritti umani: (…) (a) sulla base della revisione delle iniziative e degli standard esistenti, ci sono dei vuoti di comprensione delle responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani; (b) esiste un interesse crescente nel discutere la possibilità di una dichiarazione delle Nazioni Unite riguardo a standard universali di diritti umani applicabili all?economia; (c) l?attuale processo consultivo è da considerare come un inizio e c?è bisogno, nella Commissione, di un dialogo continuo tra tutti i portatori di interessi su questo tema. In questo contesto, è particolarmente necessario considerare come includere più efficacemente le opinioni di Stati e di portatori di interessi nei Paesi in via di sviluppo; (d) la maggior parte del processo consultivo si è concentrato sulla bozza Norme sulle responsabilità di imprese internazionali e altre imprese con riguardo ai diritti civili. Anche se le opinioni sulla proposta di legge non sono unanimi, vale la pena di identificare gli «elementi utili» annotati dalla Commissione nella sua decisione 116/2004. In particolare, il «rodaggio» delle proposte di legge da parte dell?iniziativa dei business leaders sui diritti umani potrebbe fornire una maggior comprensione pratica delle responsabilità delle imprese nel settore dei diritti umani. Tale iniziativa merita incoraggiamento. L?Alto commissario suggerisce alla Commissione di mantenere le proposte di legge tra le iniziative esistenti (…); (e) molti dei temi del presente rapporto richiedono un approfondimento separato. I temi che trarrebbero beneficio da un?ulteriore ricerca includono il concetto di «sfera d?influenza» e «complicità»; la natura delle responsabilità concrete delle imprese nel «promuovere» i diritti umani; le responsabilità delle imprese nel settore dei diritti umani in relazione alle loro controllate e alla catena di rifornimento; questioni relative alla giurisdizione e alla protezione di diritti umani in situazioni in cui uno Stato non vuole o è incapace di proteggere i diritti umani; (…) e studi specifici di situazione, come la protezione dei diritti umani in zone di conflitto; (f) è necessario sviluppare strumenti per aiutare gli attori economici a implementare le proprie responsabilità, in particolare attraverso la formazione e metodologie valutativo dell?impatto sui diritti umani di presenti e future attività di impresa. (traduzione di Cristina Barbetta)


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