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Gruppo ribelle hutu rwandese in Congo rinuncia a lotta armata
L'annuncio è stato fatto dai leader delle Fdlr in nuna conferenza organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio
I ribelli hutu rwandesi delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) hanno annunciato poco fa nel corso di una conferenza organizzata a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio che da oggi rinunciano alla lotta armata e al ricorso di “qualisiasi offensiva” contro il Rwanda.
“Le FDLR dichiarano la fine della lotta armata e la decisione di trasformare la lotta in combattimento politico”, ha detto Ignace Murwanashyaka, che ha guidato una delegazione delle FDLR ai lavori che si sono svolti presso la Comunità di Sant?Egidio a Roma. Le “FDLR condannano ogni forma di terrorismo commesso nella regione dei Grandi Laghi e si augurano il ritorno dei rifugiati ruandesi nel proprio paese secondo le norme internazionali in materia e nel rispetto dei diritti umani”, ha aggiunto Murwanashyaka, concludendo che “le FDLR condannano il genocidio commesso in Ruanda e i loro autori e si impegnano a combattere contro tutte le ideologie di odio etnico, rinnovando l?impegno a cooperare con la giustizia internazionale”.
Le Fdlr sono la componente più importante dei ribelli hutu rwandesi presenti in Congo/Kinshasa dal 1994, cioè all’indomani del genocidio rwandese. Da allora e a intervalli irregolari, hanno lanciato varie offensive contro il nuovo regime rwandese a partire dalle sue basi militari stabilite nelle province orientali del Congo/Kinshasa, presso la frontiera con il Rwanda. Ultimamente, sono stati oggetto di pressioni fortissime della Comunità internazionale che li ha intimati di deporre le armi e di rientrare in Rwanda in applicazione agli accordi di Lusaka, dell’accordo siglato nell’agosto 2002 tra il presidente congolese Jospeh Kabila e il suo omologo rwandese Paul Kagame.
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