Welfare

Arabia saudita: torture domestiche

Una domestica indonesiana torturata dal datore di lavoro saudita per non aver finito i lavori domestici

di Joshua Massarenti

Per via delle torture subite dal proprio datore di lavoto, Nour Miyati, cittadina indonesiana residente in Arabia Saudita, è stato sottoposta a molteplici esami ospedalieri che hanno convinto i chirurghi dell’ospedale di Ryad a amputare varie parti del suo corpo. La storia è stata resa nota oggi dal giornalista saudita di lingua inglese Arab News, secondo il quale per avere vita salva l’impiegata indonesiana verrà amputata “delle dita delle due mani, di una parte del piede destro e delle unghie di quello sinistro”. Da oltre un mese, Miyati aveva ampie parti del corpo incancrenite in seguito alle ripetute percosse subite dal datore di lavore saudita che le rimproverava di non aver finito i doveri domestici. I dettagli sono a dir poco raccapriccianti. Secondo quanto asserisce la domestica, il suo datore di lavoro, un militare non meglio identificato, le avrebbe legato mani e piedi e rinchiusa nella sala da bagno per oltre un mese. Miyati sostiene che in quei giorni è stata picchiata a più riprese e con molta violenza, ferendola ad un occhio e rompendole i denti. Da parte sua, la polizia ha comunicato che un’inchiesta è stata avviata. Qualora venisse ritenuto colpevole, l’accusa è passibile di arresti domiciliari e non carcerari perché militare. Nel luglio scorso, l’organismo di difesa dei diritti umani Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto nel quale denuncia le condizioni di lavoro dei lavoratori stranieri in Arabia Saudita. I casi di torture, di sfruttamento e di schiavitù sarebbero sistematici. Tutte accuse smentite dal Regno saudita.


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