Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, è contento e sorpreso dall?articolo 15 al Capo VIII del dl intitolato ?Piano d?azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale?.
Vita: Perché?
Giorgio Vittadini: Sono sorpreso dal fatto che in un momento così confuso e grigio possa succedere qualcosa a favore delle realtà sociali che danno molto di più di quanto ricevono. Sono sorpreso anche dal percorso che ha portato a quell?articolo 15 che, non scordiamolo, nasce da un?aggregazione di gruppi e persone di diversa estrazione culturale e politica che hanno saputo incarnare un?idea di bene comune.
Vita: C?è chi, come Il Sole 24 ore, ha criticato l?inserimento di questa norma in un decreto sulla competitività del Paese.
Vittadini: Dare competitività significa ampliare la gamma di opportunità di sviluppo economico, sociale e territoriale, e quell?articolo risponde più di altri a questa esigenza perché amplia gli spazi di libertà delle persone, e incoraggia lo sviluppo di quello che tutti gli economisti più aggiornati definiscono i ?quasi mercati?, la cui crescita è fondamentale per lo sviluppo economico. Liberare i ?quasi mercati? dall?assistenzialismo restituendoli al popolo è passaggio fondamentale di ogni ipotesi di sviluppo. Non c?è né sviluppo né innovazione se si continua a identificare la crescita di un Paese con la crescita di un solo modello di impresa, quella capitalistica, e dei suoi profitti. Tra Stato e mercato vivono soggetti che rappresentano la società in maniera più compiuta e senza i quali non c?è futuro. O almeno non c?è un futuro equilibrato e che salvaguardi la qualità della vita.
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