Welfare

Lazio, carcere: “Così si inceppa il sistema dei Cssa”

La denuncia è del Garante regionale dei diritti del detenuti del Lazio Angiolo Marroni

di Redazione

Nei Centri Servizi Sociali Adulti (CSSA) del Lazio, 43 persone sono chiamate a gestire oltre 4.000 detenuti in semilibertà o in affidamento. La denuncia è del Garante regionale dei diritti del detenuti del Lazio Angiolo Marroni al termine di un incontro con i rappresentanti dei CSSA. Nel Lazio i Centri Servizi Sociali Adulti (strutture dipendenti dal Dap, il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria) sono tre, a Roma, Frosinone e Viterbo. Uno dei loro compiti è quello di gestire la pena dei detenuti all’esterno del carcere. Nei CSSA la carenza di personale è fra i problemi più drammatici. A Roma, ad esempio, per ogni operatore ci sono 90 detenuti da seguire. In queste condizioni diventa difficile svolgere gli impegni principali fra i quali condurre inchieste socio/familiari e scrivere le relazioni comportamentali sui detenuti seguiti per il Magistrato di sorveglianza. «Ci sono arretrati spaventosi – ha detto Marroni – e in questo modo chi potrebbe uscire dal carcere non può farlo». Secondo il Garante dei detenuti, una soluzione potrebbe essere quella di aumentare il personale sbloccando immediatamente le 30 richieste di trasferimento nei Centri Servizi Sociali Adulti presentate da altrettanti dipendenti di altre amministrazioni pubbliche e da tempo in attesa di definizione. «Questa della mancanza del personale è una carenza che ha tanti padri: la legge finanziaria, il Dap e il Ministero della Giustizia – ha detto Angiolo Marroni – E’ una situazione grave che contribuisce a inceppato tutto il sistema, negando a tanti la possibilità di scontare la pena fuori dal carcere favorendo il loro reinserimento sociale». Marroni ha preannunciato l’invio di una lettera al Ministero di Giustizia per sollecitare interventi. «Ma su questo versante – ha aggiunto – anche la Regione Lazio potrebbe fare la sua parte intervenendo direttamente su Ministero affinché le assegnazioni di personale vengano sbloccate».


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