Non profit

Donazioni la nuova era

Tre anni di battaglie e di alleanze sorprendenti. Storia in un provvedimento bipartisan in cui pochi credevano. Ma che alla fine ha conquistato il consenso di tutti.

di Ettore Colombo

«In politica», diceva uno che ha avuto una certa dimestichezza con la materia, Giulio Andreotti, «l?importante non è avere ragione, ma che te la diano gli altri». Forse è andata davvero così, con la +Dai -Versi, la proposta di legge inerente la deducibilità fiscale delle donazioni che – questa volta possiamo serenamente evitare di scrivere, come altre volte in passato, «senza sorprese dell?ultima ora» – ce l?ha fatta. Nel senso che è diventata articolo del decreto legge governativo sulla competitività, quello varato venerdì 11 marzo dal Consiglio dei ministri. Contenti gli ideatori, contenti i promotori (Vita, Summit della Solidarietà, Forum del terzo settore), contenti i primi firmatari della pdl (gli onorevoli Giorgio Benvenuto e Giorgio Jannone), contento il mondo del miglior associazionismo e società di mezzo che li ha sostenuti, contento persino il mondo della politica che ci ha creduto dall?inizio (l?Intergruppo per la Sussidiarietà) e quelli che hanno finito per crederci alla fine: la +Dai -Versi è diventata legge dello Stato. Quell?ottobre 2001 Prima di voltare pagina e passare ad altro, conviene riprendere il bandolo della matassa dall?inizio. Questa storia, infatti, ha qualcosa da insegnare a chi dalla società civile vuole incidere sulla politica. Erano tre amici al bar, si potrebbe dire, e soprattutto non era passato da molto l?11 settembre 2001: Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita, Maurizio Carrara, presidente del Cesvi, e Salvo Pettinato volevano trovare un modo – legislativo, politico ma anche culturale – per rilanciare un tema che sembrava non aver più spazio, nell?agenda politica, e far da volano a tutto il non profit. La consulenza dell?economista Marco Vitale e del tributarista Victor Uckmar fu essenziale nel congeniare la norma, presto nacque anche il comitato dei promotori e da lì la campagna di lancio, un piccolo capolavoro in fatto di comunicazione sia per l?originalità dello slogan (+Dai -Versi) che doveva invogliare a sposare l?idea di una auto-tassazione fiscale, pur se a fini benefici, sia per la capacità di coinvolgere e mobilitare le energie del terzo settore in quanto associazioni (praticamente tutte le principali), testimonial, lettori del settimanale Vita e del sito, che ha invaso di email prima i soggetti interessati, poi il grande pubblico, infine i parlamentari. A loro sono state presentate 100mila firme raccolte a tambur battente e presentate con apposita iniziativa pubblica. A questo punto entrano in gioco i due ?campioni? del non profit, gli onorevoli Benvenuto (Ds) e Jannone (FI), cui i promotori si erano rivolti stimandone conoscenze tecniche e seria ostinazione. Entrambi membri della commissione Finanze della Camera, i ?due Giorgi? incassarono subito un primo, cruciale, sostegno. Quello unanime della loro Commissione e soprattutto del suo presidente, il repubblicano Giorgio La Malfa. «Il relatore fui io, un fatto già inusuale in sé: su provvedimenti di questo genere di solito si sceglie un relatore di maggioranza», racconta Benvenuto, felice «di essere finalmente sbarcato a Itaca». La commissione approvò all?unanimità e il provvedimento, dopo essere stato incardinato nel 2003, l?anno scorso cominciò a viaggiare. Ma subito iniziarono i dispetti. Problemi di copertura, diceva ogni volta il governo. «Trovammo la copertura cinque volte e cinque volte ci dissero che non c?era», ricorda Benvenuto e sorride: «Sembravamo gabellieri di Stato ma le coperture le hanno usate per altro?». A mettersi di traverso furono, di volta in volta, i sottosegretari Morgora (Lega), Armosino (Forza Italia) e Vegas (An), a nome del governo. Poi, una volta approdata alla commissione Bilancio, anche il suo presidente, il leghista Giorgetti. «Lì la situazione si sbloccò grazie agli articoli di Vita e alle migliaia di email», sorride Benvenuto. Nella fattispecie, il Settimo cavalleria arriva sotto le insegne dell?Intergruppo per la Sussidiarietà – primi sostenitori gli onorevoli Lupi (FI), Volontè (Udc), Realacci (Dl), Bersani (Ds) e Letta (Dl) – che propone l?intelligente escamotage dell?introduzione della norma nella Finanziaria all?approdo della discussione in Parlamento. Siamo negli ultimi mesi del 2004 e la partita sembra quasi chiusa. L?imponderabile al Senato Limata nel tetto (70mila euro invece che 100mila) e nel novero delle onlus che possono usufruirne, la pdl 3459 diventa un emendamento alla Finanziaria. Poi succede l?imponderabile: alla Camera il governo va sotto sul primo maxiemendamento e blinda il testo che passa al Senato senza possibilità di modifiche a causa dei tempi che si fanno strettissimi. L?onorevole Jannone si alza in aula e chiede al sottosegretario Vegas l?impegno preciso del governo a far passare il provvedimento nella successiva lettura del Senato (che diventa vincolante una volta che il testo tornerà alla Camera). Vegas rassicura Jannone ma l?emendamento al Senato scompare. Benvenuto è pronto a riprendere il cammino legislativo ma accusa il colpo dell?imboscata al Senato e pronostica tempi lunghi, Jannone butta in campo tutte le sue conoscenze. L?onorevole azzurro è giovane ma molto stimato da quelli che contano, come Giulio Tremonti, tornato forte tra gli azzurri: appena vara un gruppo di studio per il programma, Jannone ne entra a far parte e da lì tesse la tela. Vita ci mette del suo e chiede un?intervista a Follini, segretario dell?Udc ora diventato vicepremier. Follini dice che «la norma è importante e va sostenuta, ne farò un punto qualificante della mia presenza al governo: la strada percorribile credo sia inserirla nel decreto legge sulla competitività». Segue a ruota un?intervista a Tremonti, che ha appena rilanciato la sua proposta dell?8 per mille al non profit. Qualcuno teme che sia un modo per archiviare definitivamente la +Dai -Versi, Tremonti invece parla di «proposte che seguono la stessa filosofia: conta che passi il principio». La palla finisce direttamente nel campo dell?azione governativa e l?opposizione teme che si appropri del provvedimento. Le interviste a Bersani e Letta (Enrico) dicono il contrario ma gli scettici non mancano. La garanzia finale, naturalmente, quella di cui tutti si fidano, la offre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Letta (Gianni), già attivo nei mesi precedenti, come pure non bisogna dimenticare l?interessamento attivo del presidente della Camera, Casini. La percezione di avercela fatta, anche rispetto a un decreto legge sulla competitività slittato di mese in mese, che ha scatena gli appetiti di molti nella maggioranza e le critiche feroci dell?opposizione, l?abbiamo quando una sera, a Primo Piano su Raitre, gli onorevoli Volontè (Udc) e Letta (Margherita) di fronte all?ennesimo casus belli Cdl-Ulivo dicono: «Ma sulla +Dai -Versi siamo d?accordo». «Non ho mollato la presa un secondo, restando sempre ottimista», gioisce Jannone, che sottolinea come si tratti dell?unico provvedimento realmente bipartisan passato in questa legislatura. Per Benvenuto «questa legge è il provvedimento più importante adottato per il terzo settore in questa legislatura e farà storia, come il riconoscimento delle onlus nella passata». Poi riconosce a Follini di aver mantenuto gli impegni. Jannone tributa a Benvenuto il «fondamentale lavoro in Commissione» ma si riconosce la «cocciutaggine finale, anche quando non ci credeva quasi più nessuno».


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