Non profit

Volontariato: i Centri di servizio ricorrono al Tar contro Visco

La decisione è stata presa per contestare la decisione del Tesoro di dimezzare i contributi che le Fondazioni bancarie sono tenute a devolvere al volontariato

di Gabriella Meroni

Il Collegamento nazionale dei centri di Servizio per il Volontariato e’ sul piede di guerra nei confronti del ministro Visco che con un atto di indirizzo giudicato unilaterale sui bilanci delle fondazioni bancarie, pubblicato a fine aprile sulla Gazzetta Ufficiale, ha di fatto dimezzato i fondi ai Centri stessi. Per legge infatti i Centro sono finanziati con il 6,7% dei fondi delle fondazioni mentre la disposizione di Visco comporta una riduzione del 50%. E di fronte a questa disposizione I Centri e numerose associazioni hanno deciso un ricorso al Tar. Necessario, a loro parere, in quanto la disposizione e’ prevista dalla legge del 1991 e confermata da tre sentenze della Corte Costituzionale e dal decreto Legislativo sulle Fondazioni bancarie del 1999. Il volontariato ha cominciato a usufruire di questi servizi nel 1997. Nel 2000 con i 44 mld di lire sono stati tenuti aperti 213 punti di servizio dove sono state realizziate gratuitamente 52 mila prestazioni tra cui 21 mila interventi di informazione, 18 mila consulenze, 2.300 supporti alla progettazione, 4500 servizi logistici, quasi 2 mila corsi di formazione. «Si tratta di dati raccolti per difetto – precisa Marco Granelli, portavoce del Collegamento nazionale centri Servizio – sull’attivita’ di 3/4 dei 51 centri oggi istituiti in Italia». Oggi i centri sono gestiti da enti che raccolgono circa 2350 associazioni di volontariato di cui piu’ del 10% associazioni di associazioni di secondo livello. Secondo Granelli «questo provvedimento unilaterale e illegittimo, attraverso una surrettizia procedura di calcolo inserita nello schema di bilancio, modifica sensibilmente l’entita’ delle risorse a disposizione per il mondo del volontariato. E questo dopo che il ministro della solidarieta’ sociale aveva dato una sua interpretazione della legislazione sui centri di servizio in modo da rendere possibile l’utilizzo di una parte dei fondi a loro disposizione per sostenere economicamente progetti realizzati dalle organizzazioni di volontariato. Certo – riconosce Marco Granelli – sono molti i fondi accantonati ma non utilizzati. Ma questo avviene perche’ in diverse regioni come Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, province di Bolzano, i centri di servizio non sono stati ancora attivati nonostante le reiterate richieste di volontariato. Infatti i comitati di gestione dove le fondazioni bancarie hanno la maggioranza e che sono inizialmente convocati dalla Regione, non hanno ancora provveduto ad emettere il bando, oppure come in Sicilia i progetti presentati dal volontariato con il bando di ottobre 2000 non sono ancora stati valutati e approvati. Questi ritardi comportano il non utilizzo, di circa 12,5 mld, proprio al Sud dove ci sarebbe piu’ bisogno. Ma cio’ non si puo’ imputare al volontariato che invece con la disposizione di Visco risulta l’unico danneggiato».


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