Famiglia

Famiglia/1. Il nuovo libro di Luigi Campiglio. La rivoluzione dei bambini

Il professore rilancia la proposta di estendere il diritto al voto agli under 18. Un’idea che piace al Colle. E che invece divide Amato e Follini.

di Francesco Agresti

«Sono d?accordo con Bertinotti, c?è bisogno di una rivoluzione». Se a dirlo è un girotondino, un no global, un comunista, proclami come questi destano poco scalpore, ma se il richiamo alla rivoluzione viene dal presidente delle Acli, Luigi Bobba, vuol dire che la misura è colma. Lo spunto è offerto dalla presentazione del libro di Luigi Campiglio Prima le donne e i bambini – Chi rappresenta i minorenni? (Il Mulino,152 pagg., 11 euro), con il quale il prorettore della Cattolica chiede l?estensione del diritto di voto ai minori delegandone l?esercizio ai genitori. Una proposta che fa discutere non solo in Italia: «In Europa», riprende Bobba, «è nato un movimento di opinione che ha sollevato la questione della rappresentanza politica dei minori». In Germania dalle parole si è passati ai fatti, e 47 parlamentari, di diversa estrazione politica, hanno presentato una proposta di legge chiedendo la revisione della Costituzione per consentire il riconoscimento del diritto di voto anche ai minori. In Italia i minorenni sono dieci milioni, un quinto vive in famiglie povere. Dal dopoguerra a oggi la spesa pubblica è triplicata, eppure alle famiglie non va oltre l?1% del Pil contro il 3% della Germania e il 3,8 della Danimarca. «Alla base della proposta del professor Campiglio», riprende Bobba, «c?è la richiesta di una giustizia intergenerazionale, un?idea che in molti definiscono interessante, suggestiva ma impossibile da attuare, e tale purtroppo rimarrà se non cambieranno le priorità della politica». Alla politica fa appello anche Carmela Decaro, vice segretario generale alla presidenza della Repubblica (in pratica, la ?vice? di Gaetano Gifuni): «La proposta di Campiglio combatte le ideologie della prepotenza, è piena di passione ed è rasserenante perché parla della continuità tra generazioni in un mondo in cui rischiano di prevalere la solitudine, la cancellazione della memoria». «Un?iniziativa», aggiunge, «che impone la definizione della politica come visione dell?interesse lontano e permanente. Chiede alla politica di guardare lontano e impone la necessità di rivedere la scala gerarchica delle priorità a favore delle generazioni future». La politica, più volte invocata, risponde per bocca del senatore Giuliano Amato e del vicepresidente del Consiglio, Marco Follini, con toni diversi. «L?ordine del giorno della politica è distorto rispetto ai problemi reali del Paese», replica l?ex presidente del Consiglio, e fin qui tutti d?accordo. «Uno dei pregi della proposta di Campiglio è quello di indicare una priorità oggi troppo distante dall?agenda politica. In una delle mie pubblicazioni rimaste nella clandestinità», dice con una battuta Amato riferendosi al programma dell?Ulivo delle precedenti elezioni europee, «sollevai il problema della rappresentanza dei più giovani, senza tuttavia indicare una soluzione, come invece fa Campiglio. Sulla sua proposta però credo che si debba ancora dibattere». Più venato di scetticismo l?intervento del vicepremier Follini, che definisce, così tanto per non fare un torto all?anziano professore, di «grande suggestione» la proposta «ma», conclude, «non credo possa trovare un?applicazione concreta nei prossimi anni».


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