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Sangue infetto: la pdl sugli indennizzi esclude i trasfusi

La commissione Affari Sociali della Camera ha modificato la pdl e ammesso nella platea dei beneficiari i soli danneggiati da vaccinazioni. L'appello del presidente di EpaC

di Benedetta Verrini

Clamoroso colpo di spugna, in Parlamento, ai danni delle persone che hanno riportato danni irreversibili da trasfusioni infette. L’8 marzo scorso la commissione Affari Sociali della Camera ha adottato il nuovo testo base della proposta di legge per l’indennizzo a favore dei soggetti danneggiati. E, amara sorpresa, la platea dei destinatari del beneficio economico è stata ristretta alle sole persone danneggiate irreversibilmente a causa di vaccinazioni obbligatorie. Il colpo di spugna emerge chiaro già dal titolo della pdl (C.4865 e 5020), che da “Disposizioni in materia di indennizzo a favore di soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati” è diventato “Disposizioni in materia di indennizzo a favore di soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie”. “Riteniamo inaccettabile che un cittadino che ha sviluppato una cirrosi epatica a causa di trasfusioni infette non venga posto sullo stesso piano di un soggetto danneggiato da vaccinazione: trattasi, in entrambi i casi, di persone che hanno riportato gravissimi danni all?integrità psico-fisica e che meritano eguale tutela”, dice il presidente di EpaC, Ivan Gardini, che ha scritto una lettera aperta al presidente della commissione Affari Sociali, Giuseppe Palumbo. “Chiediamo”, prosegue Gardini, “che i benefici economici previsti dal testo unificato siano estesi a TUTTI i soggetti danneggiati, contemplati dai commi 2, 3, 4, dell?articolo 1 della Legge n.210/92”. Come sottolinea il presidente di EpaC (organizzazione che si occupa di tutelare i malati e sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della diffusione dell’epatite C), “in ogni caso, ci troviamo di fronte ad una grave violazione del principio di uguaglianza sancito dall?art. 3 della nostra Carta Costituzionale”.


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