Famiglia

GB: fallisce l’università online

L'universita' online lanciata dal governo Blair nel settembre del 2003, e chiusa dopo appena sei mesi dalla sua apertura, e' costata ai contribuenti del Regno Unito oltre 70 milioni di euro per 900

di Paul Ricard

L’universita’ online lanciata dal governo Blair nel settembre del 2003, e chiusa dopo appena sei mesi dalla sua apertura, e’ stata ”un disastro” ed un imperdonabile ”spreco di denaro pubblico”. Cosi’ la commissione parlamentare britannica per l’Istruzione, a maggioranza largamente laburista, ha condannato la fallimentare iniziativa che – rileva in un rapporto – e’ costata ai contribuenti del Regno Unito oltre 70 milioni di euro. La ‘UK e-University’ fu chiusa dopo avere registrato l’iscrizione di appena 900 studenti a fronte dei 5.600 previsti ed avere attirato meno dell’1% degli investimenti privati necessari alla sua sopravvivenza. ”Non ci fu nessuna formale ricerca di mercato per valutare il livello e la natura della domanda del servizio ed il tipo di materie d’insegnamento”, scrivono nella relazione pubblicata sulla stampa oggi i membri della commissione parlamentare presieduta da Barry Sherman. Nonostante il suo fallimento, i dirigenti dell’ateneo online avevano ricevuto bonus altissimi definiti dai membri della commissione nel rapporto ”del tutto inaccettabili e moralmente indifendibili”. Nel marzo del 2003 infatti UKeU annuncio’ che il suo amministratore delegato John Beaumont aveva ricevuto un bonus di quasi 65.000 euro, da sommarsi al suo stipendio annuale lordo di circa 260.000 euro. ”Qualsiasi societa’ in perdita che avesse pagato bonus di questo genere sarebbe stata oggetto di severe critiche da parte dei suoi azionisti”, sottolineano i parlamentari.


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