Cultura
Il Darfur a Sanremo. Un connubio ardito? Bonolis, invita anche le ong
La Rai ha annunciato che il Festival della canzone finanzierà una scuola in Sudan. Ma la banalizzazione è in agguato. A meno che...
Tra le novità della 55a edizione del Festival di Sanremo c?è anche il Darfur. Lo ha annunciato Paolo Bonolis: un?iniziativa benefica che, grazie al Segretariato sociale Rai e al ministero degli Affari esteri, servirà ad aiutare i bambini vittime dell?emergenza umanitaria nel Sudan Occidentale. «Sono felice», ha detto Bonolis, «che questo enorme volano rappresentato dal Festival possa contribuire a costruire una scuola-ospedale, che si chiamerà ?Avamposto 55?, dal numero dell?edizione del Festival, e ad aprire un conto bancario con il quale Barbara Contini, responsabile dell?ufficio della Cooperazione italiana a Nyala, potrà aiutare questi bimbi».
Premetto che non ho alcuna intenzione di fare l?irriducibile bastian contrario, sollevando inutili polemiche; credo però sia lecito prendere lo spunto dalle parole di Bonolis per discuterne almeno un po?. Sul palcoscenico dell?Ariston e dintorni il rischio è sempre, e comunque, quello della banalizzazione. Ecco perché ho l?impressione che ancora una volta il messaggio che passerà ai milioni d?italiani, assiepati in diretta televisiva davanti al piccolo schermo, sarà quello di sempre: la solita beneficenza fatta apposta per quietare le coscienze.
Quante volte abbiamo invocato una comunicazione meno patetica e che soprattutto consentisse un salto di qualità alla tanto bistrattata solidarietà, solitamente infarcita di slogan struggenti e strappalacrime?
Qualcuno potrebbe obiettare che l?occasione è unica nel suo genere, davvero strategica per raggiungere a 360 gradi il vasto pubblico televisivo, anche quello meno attento alle questioni sociali. Ma allora, visto che il palcoscenico sanremese sembra essere un?occasione irrinunciabile, facciamo di tutto perché il dramma del Darfur non venga banalizzato. Anche perché la Rai, indipendentemente dall?evento sanremese, sta per lanciare una campagna di sensibilizzazione e una raccolta fondi che dovrebbe dare visibilità all?impegno della Cooperazione italiana allo sviluppo, alle ong sul campo e tramite loro alla stremata popolazione civile del Darfur.
La benemerita iniziativa riguarderà, in particolare, la raccolta fondi che sarà destinata alle quattro ong impegnate nel Darfur (Cosv, Coopi, Cesvi e Intersos) opportunamente riunite in un unico Comitato Darfur onlus. Anziché ricorrere, come di consueto, all?icona iperinflazionata dei minori, non sarebbe più logico allora, durante il Festival, dare spazio alle testimonianze di chi opera in queste ong? Lungi da ogni moralismo, un ?Avamposto 55?, ispirato al numero magico dell?edizione canterina, confonde irrimediabilmente il sacro col profano.
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