Volontariato

Il nord-est delocalizza. Anche la solidariet

Buone imprese.

di Ida Cappiello

Gli imprenditori del Nord-Est (ma non solo) puntano alla ?delocalizzazione sociale? in Romania come naturale sviluppo della delocalizzazione produttiva attuata in questi anni, che oggi vede in quel Paese oltre 15mila imprese italiane. Lo strumento è l?associazione Il ponte del sorriso, fondata un anno fa da Fundatia Sistema Italia Romania (associazione di imprese ed enti italiani a Bucarest) e dalla Uil. Dopo un lungo lavoro di ?mappatura? del disagio sociale in quel Paese, la nuova onlus ha individuato il primo progetto nel quale impegnarsi: l?adozione dell?orfanotrofio di Breaza, una struttura pubblica che ospita 130 minori con disabilità. L?investimento previsto per il 2005 ammonta a un milione di euro, già in parte raccolti attraverso iniziative di fund raising e comunque interamente frutto di donazioni private. è già pronta anche una squadra di professionisti sociosanitari che lavoreranno come volontari nell?orfanotrofio per alcuni periodi dell?anno: psicologi, pediatri, terapisti della riabilitazione. L?unica condizione posta dalla onlus è di gestire direttamente la struttura. «Vogliamo lavorare senza intermediari per evitare la dispersione di risorse che purtroppo si è verificata tante volte in passato», spiega il presidente di Fundatia, Luca Serena, imprenditore di Treviso. «Tante donazioni, in denaro o in natura, sono arrivate ai beneficiari solo in parte, per inefficienze e anche perché qualcuno ci ha guadagnato. Non deve più succedere, dunque abbiamo chiesto al governo rumeno di trovare una soluzione giuridica per avere autonomia gestionale. L?esecutivo è cambiato all?inizio del 2005, per cui abbiamo referenti nuovi con i quali riprendere il discorso già avviato. Ma siamo ottimisti, dati gli ottimi rapporti che le imprese italiane hanno instaurato con la società rumena». Darà una mano anche il presidente Geox, Mario Moretti Polegato, nella sua veste di console onorario di Romania per l?Italia del Nord-Est.


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