Famiglia

Famiglie italiane: il 15% sulla soglia di povert

E' il difficile quadro tracciato oggi dall'Osservatorio sulla famiglia alla Conferenza conclusiva dell'anno Onu. Sestini: "Politiche fiscali, la nuova frontiera"

di Benedetta Verrini

Quasi il 15% delle famiglie italiane e’ vicino alla soglia di poverta’ o e’ addirittura povera. Nella meta’ dei casi questi nuclei familiari hanno, come persona di riferimento, un disoccupato e in circa un caso su quattro una persona disabile. Lo sostiene una ricerca dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia del ministero del welfare, resa nota oggi alla Conferenza internazionale sulla famiglia di Roma, che rappresenta il momento conclusivo dell’Anno internazionale sulla Famiglia, proclamato dall’Onu per il 2004.

Il direttore scientifico dell’Osservatorio, Pierpaolo Donati, ha spiegato oggi che questi risultati sono frutto di elaborazione di dati Istat (per l’istituto centrale di statistica le famiglie in stato di poverta’ relativa sono il 10,6%) e di un panel europeo sulla poverta’. La ricerca, che si riferisce al benessere e alle deprivazioni delle famiglie italiane, rileva inoltre che le condizioni di vero benessere riguarda il 76,2% dei nuclei italiani; il benessere con problemi il 9%; la situazione di vulnerabilita’ (prossimi alla soglia di poverta’) l’8,3%; la poverta’ e la miseria il 6,5%. Quest’ultime due sono, appunto, le aree a rischio ed in forte difficolta’.

In riferimento al benessere, ben il 43% delle famiglie sono composte da coppie con figli e il 20% da coppie senza figli. L’isolamento sociale e’ contraddistinto da un’alta percentuale di anziani che vivono in solitudine (45%).
Nell’area povera e in quella della vulnerabilita’ si trovano famiglie composte da anziani soli (soprattutto vedove), genitori separati (soprattutto donne separate o divorziate), famiglie numerose (con 4 o piu’ componenti).
Per i ricercatori dell’osservatorio, i processi di impoverimento e di vulnerabilita’ sono ”in ampia misura strutturati”. A chiedere maggiore protezione sono non solo le famiglie composte da ‘grandi anziani’, parzialmente autosufficienti o soli, ma anche madri separate con figli a carico che non possono contare sull’attivazione di legami familiari forti. ”La crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro e le recenti tendenze demografiche che vedono – concludono – l’incremento delle famiglie monogeritoriali e degli anziani soli ci costringono a ripensare sistemi di protezione sociale per contrastare nuove e vecchi rischi di deprivazione”.

Aprendo questa mattina i lavori della Conferenza, il sottosegretario Grazia Sestini ha dichiarato che ”la nuova frontiera delle politiche familiari sono le politiche fiscali”, sottolineando l’inversione di tendenza dell’attuale governo rispetto alle politiche dei precedenti governi, per i quali ”la famiglia e’ stata la grande dimenticata”.
Un esempio: la 328, la riforma dei servizi sociali, ”ha un solo articolo sulla famiglia”. ”Il fisco – ha aggiunto il sottosegretario – e’ stato per anni basato sulle persone indipendentemente dai carichi famigliari. La recente riforma fiscale, seppure con limiti, introduce questo concetto e pone attenzione alle deduzioni familiari. Mi auguro che il fisco vada avanti con step piu’ incisivi anche perche’ i dati delle indagini sulla famiglia suggeriscono di andare avanti proprio con la riforma fiscale”.

Per quanto riguarda i servizi alla famiglia, in particolare a favore della natalita’ come ad esempio i nidi, Sestini ha detto che ”laddove e’ possibile e Corte costituzionale permettendo, bisognera’ fare, dopo la tornata elettorale, una riflessione seria con le Regioni e le autonomie, proprio perche’ si tratta di materie di loro competenza. Va fatta, quindi, una riflessione diversa da quella che e’ stata invece caratterizzata da colpi di ricorsi alla Corte”.

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