Economia
Coop sociali: da Legacoop Reggio Emilia bilancio sociale di settore
Coinvolte 24 imprese sociali
Sono stati presentati oggi i risultati del Bilancio sociale di settore delle cooperative sociali di Legacoop Reggio Emilia. Le osservazioni emerse dal Bilancio sociale sono il frutto di un impegnativo lavoro di raccolta di dati, che ha coinvolto 24 cooperative sulle 34 che aderiscono a Legacoop Reggio Emilia, una delle realtà più importanti a livello nazionale del Terzo Settore. Per Legacoop erano presenti il presidente Ildo Cigarini, il responsabile delle cooperative sociali Dino Terenziani, oltre a Marco Tamagnini, presidente della cooperativa sociale Il Fiore, Fulvio Torreggiani, presidente dello Stradello, Rosanna Bacci, presidente del Ginepro, Liliana Bondi, presidente di Zora, Ivano Grasselli, presidente di Coopselios, Vittorio Bonilauri, direttore dell?Olmo, Ernesto Bellini, direttore di Camelot, Franco Cavalletti e Francesco Malpeli, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio Quarantacinque.
Per quanto riguarda la cooperazione di tipo A, che svolge servizi socio-assistenziali ed educativi, è stato evidenziato che le tre più grandi cooperative reggiane (Coopselios, Ambra, Pineta ) nel biennio 2002 2003, si sono sviluppate principalmente fuori regione, con ciò dimostrando che il modello organizzativo, sperimentato in anni di proficua collaborazione con la Pubblica Amministrazione nella nostra provincia, trova ampi consensi e favorevole applicazione anche ?fuori sede?. La nascita di cinque nuove cooperative in provincia di Reggio Emilia è il segnale di una vitalità imprenditoriale che prosegue nel suo sviluppo locale e che si concentra oggi in nuovi settori e in particolare nell?area dei servizi per i minori.
Le cooperative di tipo B, che svolgono attività di inserimento lavorativo, sono caratterizzate da una buona stabilità, derivante in parte dal fatto che le risposte più urgenti sono state date (con ben 159 persone svantaggiate stabilmente inserite) e dalla necessità di un consolidamento imprenditoriale, indispensabile per proporsi come interlocutore qualificato del Pubblico.
La novità emergente nel panorama della cooperazione sociale reggiana è la crescita e l?affermazione del Consorzio Quarantacinque, che oltre alla ormai consolidata attività di promozione e coordinamento per le cooperative di inserimento lavorativo, ha in questi due anni sviluppato una intensa promozione commerciale per le cooperative socio-assistenziali in molte regioni italiane. Vale la pena indicare subito in termini quantitativi la dimensione di tale crescita, che vede uno sviluppo del fatturato pari a 4,733 milioni di euro, il doppio rispetto al 2001, e passando da 18 a 35 cooperative socie.
Il miglioramento complessivo delle performance, sia per le cooperative A che per quelle B, consente loro di confrontarsi in modo non subalterno, in Emilia-Romagna, con l?attuazione operativa delle indicazioni contenute nella legislazione di riferimento sia nazionale che regionale. ?In modo particolare ? spiega il responsabile del settore Dino Terenziani ? c?è grande impegno e interesse per riuscire a svolgere un ruolo attivo all?interno dei Piani Sociali di Zona, che superata la fase di rodaggio, sono lo strumento principale per realizzare più avanzati modelli di sussidiarietà pluralista tra Pubblico e privato-sociale. Le cooperative sono attrezzate (e i dati del nostro Bilancio Sociale lo certificano) per svolgere un ruolo di co-protagonista ?del sistema integrato di interventi e di servizi? evocato dalla Legge Regionale. Le cooperative di Legacoop sono addirittura desiderose di cimentarsi con le procedure di accreditamento ? con le quali il cittadino può scegliere quale struttura accreditata utilizzare – proprio perché questa nuova modalità di accesso ai servizi alla persona può aprire importanti spazi di innovazione nella tipologia delle prestazioni e nella riqualificazione delle stesse.?
?Oggi c?è una domanda crescente di welfare ?ha detto il presidente Ildo Cigarini ? e le cooperative sociali vogliono essere protagoniste, non in un ruolo di supplenza, ma in un rapporto con gli enti pubblici di coprogettazione, anche di servizi complessi. Sul tema della coprogettazione, che è la nuova sfida nel welfare, vogliamo mettere in campo la nostra esperienza e le nostre professionalità?
?Ribadiamo inoltre la volontà da parte delle cooperative di tipo B ? ha proseguito Terenziani ? di sperimentare inserimenti lavorativi in convenzione con imprese private, obbligate all?assunzione in base alla Legge 68/1999. Questa tipologia di integrazione, fra il Pubblico che governa e controlla, le cooperative che attrezzano spazi lavorativi idonei e aziende profit che forniscono commesse, può rivelarsi una risposta molto favorevole, soprattutto per coloro che presentando disabilità più gravi, sono rimasti finora esclusi dalle opportunità di trovare un lavoro. La direttiva regionale di attuazione è ormai attesa con una qualche impazienza. Se volessimo concludere con un commento generale ai dati del Bilancio Sociale 2002 2003, potremmo segnalare questo periodo di rafforzamento organizzativo e imprenditoriale diffuso, realizzato con impegno, ostinazione, cognizione, proprio per attrezzarci ad una nuova stagione che superi il welfare-mix di fine secolo ( che ha già dato ottimi risultati) e avviarci verso i nuovi lidi del welfare comunitario, in cui gli apporti di tutte le organizzazioni del Terzo Settore si confrontano con la programmazione pubblica per definire insieme le risposte ai bisogni sociali giudicate migliori.?
Le 24 cooperative sociali aderenti a Legacoop Reggio Emilia contano (dati 2003) 3629 soci, con un fatturato di 77,353 milioni di euro realizzato da 2815 occupati.
Le cooperative sociali prese in esame dal Bilancio sono: Privata Assistenza, Solidarietà 90, Coopselios, Ambra, La Pineta, Zora, Eurora, Albinea Casa Insieme, Argento Vivo, Il Poliedro, L?Orizzonte, Totem, Lo Stradello, Il Ginepro, Bucaneve, L?Olmo, Il Fiore, Valle dei Cavalieri, Il Bettolino, Camelot, La Speranza, Koinè, Nuovo Raccolto, Elfo, Consorzio Quarantacinque.
Altre nove cooperative non sono state esaminate perché sei non hanno svolto attività nel 2003, due sono in fase di liquidazione e una ha aderito a fine anno.
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