Economia

Decreto casa: le centrali cooperative replicano a Castelli

Il ministro avrebbe potuto, dicono le centrali, consultare i dati e prendere atto che le coop di abitazione collocate in liquidazione sono lo 0,095% del totale. Una percentuale irrisoria

di Benedetta Verrini

Un “decreto casa” approvato oggi in Consiglio dei ministri ha suscitato una vivace replica di Confcooperative e Legacoop. Su proposta del Ministro della giustizia, Castelli, il governo ha infatti dato il via libera a uno schema di decreto legislativo “per tutelare i diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili per i quali sia stato chiesto il permesso di costruire (e che siano ancora da edificare) o la cui costruzione non sia ancora ultimata ovvero siano in attesa del rilascio del certificato di agibilità”. Si tratta, si legge in un comunicato del governo, di una disciplina di tutela di tutti i promissari acquirenti, di chi abbia acquistato un immobile ancora da costruire, di chi abbia stipulato un contratto (compreso quello di leasing) che consenta il trasferimento della proprietà o della titolarità di un diritto reale di godimento su un immobile da costruire. La tutela riguarda anche chi, sebbene non socio, abbia assunto obbligazioni con una cooperativa edilizia per ottenere l?assegnazione in proprietà di un immobile da costruire. Fra gli strumenti di tutela viene previsto l?obbligo di fideiussione e di assicurazione del costruttore promittente, la previsione dei contenuti obbligatori del contratto preliminare, taluni limiti all?esperibilità dell?azione revocatoria fallimentare, l?istituzione di un Fondo di solidarietà per gli acquirenti di beni immobili da costruire che abbiano subito una perdita a seguito dell?assoggettamento del costruttore a procedure che implicano una situazione di crisi. Il provvedimento ora riceverà il parere delle Commissioni parlamentari competenti. “E’ apprezzabile che sul tema della casa si forniscano ai cittadini garanzie affinche’ fallimenti come quelli recenti non abbiano a ripetersi, ma il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri e’ particolarmente complesso e incontrera’ parecchie difficolta’ in sede di attuazione”, commentano in un comunicato congiunto Confcooperative e Legacoop. Ancab-Legacoop e Federabitazione-Confcooperative stigmatizzano inoltre le dichiarazioni del ministro Castelli secondo cui, “sono migliaia i cittadini che si vedono portata via la loro prima casa in seguito a fallimenti di societa’ cooperative”. Il ministro avrebbe potuto, dicono le centrali, consultare i dati del ministero delle Attivita’ produttive e prendere atto che le cooperative di abitazione collocate in liquidazione coatte sono lo 0,095% del totale. Una percentuale irrisoria che diminuisce ulteriormente e drasticamente se si controllano i casi di fallimenti delle imprese aderenti alle centrali cooperative, che sono lo 0,014%. Le cooperative di abitazione hanno consentito a persone di tutti i ceti in tutta Italia di trovare e possedere una casa dignitosa. Anziche’ contestare le cooperative in modo generico e superficiale sarebbe opportuno promuovere la cooperazione abitativa virtuosa, in particolare quella aderente alle organizzazioni di rappresentanza che garantiscono controlli e serieta’.


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