Volontariato

Aiuti ai Paesi Poveri: i buoni ei cattivi

Italia maglia nera, secondo una ricerca realizzata da Action Aid, Eurodad e Oxfam

di Redazione

L?Italia è lo stato europeo meno generoso nel concedere aiuti ai paesi poveri del mondo. L?accusa è lanciata da tre organizzazioni benefiche, Action Aid, Eurodad e Oxfam, che hanno stilato una lista intitolata “I buoni e i cattivi dell’Unione europea”. Dalla ricerca risulta che, esclusi i dieci nuovi Stati membri, Roma è ultima in classifica per percentuale di Pil dedicato all’assistenza allo sviluppo: appena lo 0,17. Oltretutto lo sforzo italiano è ben al di sotto dell?obiettivo dello 0,7% del Pil che, trentacinque anni fa, i Paesi donatori si erano prefissati di raggiungere entro il 1980. Tra i “cattivi” figurano anche Austria (0,2%), Portogallo (0,21%), Grecia (0,21%), Spagna (0,23%), Germania (0,28%) mentre fanno appena meglio Paesi come Gran Bretagna (0,34%), Finlandia (0,35%), Irlanda (0,41%), Francia (0,42%) e Belgio (0,61%). La palma di “buoni” va a un gruppo di Stati nordici che hanno centrato o superato l’obiettivo dello 0,7%, come Svezia (0,7%), Lussemburgo (0,8%), Olanda (0,81%) e Danimarca (0,84%). Quanto all’Italia il rapporto nota con preoccupazione che “appare improbabile il raggiungimento dell’obiettivo dello 0,33% per il 2006” e sottolinea che alcuni nuovi stati membri, che solo ora iniziano a diventare donatori, “gia’ rischiano di superarla”. “In termini di aiuti” sentenzia il rapporto “e’ chiaramente il paese piu’ cattivo d’Europa”. Dalla ricerca risulta tuttavia che, se e’ vero che l’Italia spende poco, almeno spende a favore di chi ha davvero bisogno e dedica il 72% (la percentuale piu’ alta tra i Venticinque) dei suoi aiuti ai Paesi piu’ poveri del mondo. Il rapporto analizza anche quale percentuale delle risorse impegnate dal donatore e’ dedicata a sostenere “i servizi sociali di base” dei Paesi riceventi. Anche in questo caso l’Italia risulta ultima (0,6%) mentre l’Olanda vanta la percentuale piu’ alta (20%). Tra i criteri utlizzati per stilare la lista dei “buoni e cattivi” figura anche il rispetto dell’impegno, assunto dai Paesi ricchi nel 2001, di svincolare la concessione degli aiuti dal’obbligo per chi li riceve di acquistare prodotti del donatore. In proposito, nota il rapporto, l’Italia non ha fornito resoconti sin dal 2001 ma allora ben il 92% dei suoi aiuti erano vincolati all’acquisto di merci italiane. L’ultima strigliata del rapporto riguarda l’impegno alla cancellazione del debito nei confronti dei paesi piu’ poveri. Roma ha promesso la cancellazione di ben 4 miliardi di euro, ma ha finora depennato dai suoi crediti solo 2 miliardi.


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