Mondo

Autobomba a Beirut: chi era “Signor Libano”

Hariri era contro la politica filosiriana del presidente Lahoud, per questo s'era dimesso lo scorso ottobre. L'attentato destabilizza il Paese dei cedri? Le reazioni del mondo

di Paolo Manzo

È saltato in aria Rafik Hariri, che dalle parti di Beirut era noto con due parole che la dicono lunga sul suo conto: ?Signor Libano?. Stamattina, quando a Beirut erano le dieci, Hariri tornava in macchina dal Parlamento quando è esplosa un?autobomba che fa ripiombare questa parte di Medio Oriente nel ?buco nero? della violenza: una decina i morti, molti di più i feriti, una ventina le auto in fiamme. Un caos che nel centro della capitale non si vedeva dai tempi della guerra civile. ?Signor Libano? era un leader nella vita politica libanese e, molti da queste parti, lo consideravano il personaggio decisivo per la ricostruzione e la modernizzazione della Svizzera del Medio Oriente, dopo i sanguinosi anni della guerra civile tra il 1975 e il 1990. Grazie alla fitta rete di relazioni, ?Signor Libano? era riuscito a attirare nuovamente ingenti investimenti stranieri nel Paese dei cedri, contribuendo in prima persona alla ricostruzione del centro finanziario di Beirut. Certo, indebitò fortemente il suo Paese e ciò fece discutere, al pari della sua uscita dal governo di Emile Lahoud, che divise la comunità politica libanese. Sunnita, nato da una famiglia povera di Sidone, ?Signor Libano? era un self made man, a differenza della maggioranza degli uomini politici e d?affari libanesi. La fortuna la incrociò quando, dopo aver creato una sua impresa di costruzioni, la Saudi Oger, diventò il ?costruttore personale? dell’allora principe Fahd, che poi divenne sovrano dell’Arabia Saudita, e presto figurò nella lista dei cento uomini più ricchi del mondo stilata dalla rivista Forbes. Il suo impero finanziario si è poi esteso a media, banche e assicurazioni. Tornato nel suo Paese ricco, Hariri .aveva assunto per la prima volta la guida del governo nell’ottobre 1992, poco dopo la fine della guerra civile, e da allora era quasi sempre stato primo ministro, con un intervallo di due anni fra il 1998 e il 2000. Si era dimesso dall’incarico il 20 ottobre, dopo essere stato primo ministro per cinque volte. In Libano possedeva una sua catena televisiva, la Al-Mustaqbal TV ed era noto per le sue attività filantropiche, avendo creato una sua fondazione che in questi anni ha distribuito borse di studio a 30mila studenti libanesi. I suoi rapporti con la Siria, che di fatto esercita un protettorato sul Libano occupandolo militarmente, ebbero alti e bassi nel corso della sua esperienza di governo e la sua carriera politica, per questo, è stata segnata dalla rivalità con il presidente Emile Lahoud, molto più vicino di lui a Damasco. Amico del presidente francese Chirac, l?uccisione di Hariri arriva come un fulmine a ciel sereno in Medio Oriente, proprio nei giorni in cui Israele e Anp stanno cercando, faticosamente, di raggiungere un modus vivendi. L?autobomba di stamattina ha avuto ripercussioni a livello mondiale. Per capirlo è sufficiente leggere alcune delle dichiarazioni dei più importanti leader mondiali. Il portavoce della Casa Bianca, Scott McClellan, ha ricordato come Hariri avesse ”lavorato instancabilmente per ricostruire un Libano libero, indipendente e prospero a seguito della guerra civile e dell’occupazione straniera. L’assassinio di oggi ci ricorda terribilmente che il popolo libanese deve poter perseguire le proprie aspirazioni e determinare il proprio futuro politico, libero dalla violenza e dall’intimidazione e libero dall’occupazione siriana”. L’Eliseo ha chiesto ”un’inchiesta internazionale senza alcun rinvio per determinare le circostanze e le responsabilità di questa tragedia, punendo i colpevoli. La Francia, come la comunità internazionale, seguirà gli sviluppi con attenzione”. Il segretario generale della Lega Araba Amr Moussa ha detto: ”Noi preghiamo Dio di preservare il Libano dalle gravi conseguenze che potrebbe avere questo pericoloso atto terroristico. Spero che tutti noi contribuiremo a preservare la pace e la sicurezza nel Libano. Quelli che hanno ucciso Hariri hanno commesso un errore molto grave contro noi tutti”. Il segretario generale dell’Onu Kofi Annan, infine, ha condannato ”nei termini più duri” i responsabili dell’attentato compiuto in Libano e costato la vita all’ex premier Rafik Hariri e ad altre dodici persone. ”Questi atti sono un ritorno ad un capitolo della storia del Libano che speravo fosse da lungo tempo superata”, ha dichiarato Annan, per il quale ”e’ necessario evitare che la situazione già fragile della regione non venga ulteriormente destabilizzata”. La morte di Hariri, ha poi aggiunto, ”rappresenta una perdita immensa” per il Libano, la regione ed il mondo per il suo impegno nella ricostruzione dopo anni di guerra civile.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA