Formazione

Onu: la Svizzera critica le strategie di lotta alla povert

"Troppe strategie di lotta contro la povertà nel mondo impregnate di un approccio tecnocratico, fuori dalla realtà". Così l'ambasciatore elvetico all'Onu Peter Maurer

di Paolo Manzo

La Svizzera ritiene che troppe strategie di lotta contro la povertà nel mondo siano impregnate di un approccio tecnocratico, fuori dalla realtà. L’aspra critica è stata mossa ieri dall’ambasciatore elvetico all’Onu Peter Maurer, davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Il diplomatico ha sottolineato che Berna vuole contribuire a raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio (Osm), fissati nel 2000 dall’Onu. A tal fine, la Confederazione elvetica s’impegna a favore di una rapida applicazione delle raccomandazioni emesse in gennaio dal gruppo di esperti diretto dall’economista americano Jeffrey Sachs. Nel rapporto, il gruppo formula dieci proposte per migliorare e aumentare l’aiuto allo sviluppo. Maurer ha osservato che non basta tuttavia incrementare il livello degli aiuti, ma che occorre «simultaneamente migliorare radicalmente la qualità». Finora la Svizzera non ha ancora raggiunto il suo obiettivo di dedicare lo 0,4 % del prodotto nazionale lordo all’aiuto allo sviluppo. L’ambasciatore si è comunque detto fiducioso sulla possibilità di raggiungere gli Osm entro il 2015, «a condizione che siano rapidamente adottate decisioni adeguate» sia dai singoli Stati sia dalla comunità internazionale. Berna considera che debbano essere intrapresi «sforzi supplementari notevoli» nel campo dei diritti umani e delle popolazioni, in particolare di quelli delle donne. «Ai nostri occhi si tratta di un punto cruciale, una conditio sine qua non per realizzare gli Osm», ha rilevato il diplomatico elvetico.


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