Cultura

Senato: respinta mozione sul reddito minimo d’inserimento

L'aveva proposta il senatore Montagnino (Margherita), insieme a un gruppo di altri senatori

di Benedetta Verrini

Mirava a impegnare il governo a ripristinare l?istituto del reddito minimo di inserimento, introdotto nel 1998 in via sperimentale in oltre 300 comuni, e ad abbandonare l?ipotesi del reddito di ultima istanza, in quanto “misura evanescente e insussistente”: la mozione del senatore Montagnino (Margherita), sostenuta da molti altri senatori, è stata però respinta dall’Aula del Senato lo scorso mercoledì.
Vi riportiamo il testo della mozione, che illustra con chiarezza la preoccupazione dei senatori circa la sospensione del reddito minimo d’inserimento e il conseguente disagio che rischia di far emergere.

Atto n. 1-00287

Pubblicato il 22 luglio 2004
Seduta n. 643
MONTAGNINO, PAGANO, PIZZINATO, MARINO, LAURIA, BAIO DOSSI, BASTIANONI, BATTAFARANO, BATTAGLIA GIOVANNI, CADDEO, CASTELLANI, CHIUSOLI, COLETTI, COVIELLO, CREMA, D’ANDREA, DATO, FLAMMIA, FRANCO VITTORIA, GARRAFFA, GIARETTA, GRUOSSO, LABELLARTE, LIGUORI, LONGHI, MASCIONI, MONTICONE, PASCARELLA, PASQUINI, PETERLINI, PILONI, ROTONDO, SCALERA, SODANO TOMMASO, SOLIANI, TONINI, VALLONE, VERALDI, VISERTA COSTANTINI.

Il Senato,

premesso :

che con decreto legislativo n. 237 del 18 giugno 1998 è stato introdotto in via sperimentale l?istituto del reddito minimo di inserimento, misura di contrasto della povertà e dell?esclusione sociale attraverso il sostegno delle persone esposte al rischio di marginalità;

che per l?individuazione delle aree nelle quali condurre la sperimentazione è stata adottata una procedura articolata in due fasi, di cui la prima svolta a livello delle province e la seconda a livello dei comuni;

che nel primo biennio di sperimentazione, iniziato nel 1999, sono stati coinvolti 39 comuni selezionati dall?ISTAT sulla base di una graduatoria relativa agli indici di povertà;

che con la legge finanziaria 2001, all?art. 80, la sperimentazione è stata estesa ai comuni sottoscrittori dei Patti territoriali approvati alla data del 30/6/2000, sia comprendenti comuni già individuati che da individuare;

che è stato in questo modo creato un legame virtuoso tra la misura del reddito minimo, destinata alle famiglie in difficoltà, e gli strumenti di programmazione negoziata, che garantiscono possibilità di sviluppo ed espansione dell?occupazione;

che nella predetta finanziaria sono stati stanziati per tale scopo 350 miliardi di vecchie lire per il 2001 e 430 miliardi per il 2002;

che l?attuazione dei progetti di sperimentazione è stata prorogata, utilizzando gli stanziamenti previsti nella legge finanziaria 2001, fino alla loro conclusione o comunque fino al 31/12/2004;

che i comuni coinvolti nel secondo biennio di sperimentazione sono complessivamente 309, di cui la maggior parte rientranti nelle aree meridionali;

che il monitoraggio sui primi 39 comuni che hanno effettuato la sperimentazione ha dato esito positivo confermando l?efficacia degli interventi del reddito minimo di inserimento;

che nella legge finanziaria 2004 il Governo ha deciso di cancellare questa positiva esperienza e si è limitato a stabilire di concorrere al finanziamento delle Regioni che istituiscono il reddito di ultima istanza, senza peraltro indicare la quantità delle risorse destinate allo scopo specifico, ma con un generico riferimento al Fondo nazionale per le politiche sociali, che ha una dotazione assolutamente carente, a cui affluisce il contributo di solidarietà per le pensioni ricche che ammonta a pochi miliardi di vecchie lire;

che la finalità di tale istituto è apparentemente simile a quella del reddito minimo, in quanto prevede interventi per evitare l?esclusione sociale, ma se ne distanzia di gran lunga per le risorse destinate e le modalità concrete di realizzazione;

rilevato:

che l?attribuzione alle Regioni dell?istituzione del reddito di ultima istanza e dell?onere più consistente del finanziamento determina l?inevitabile rischio dell?assoluta vanificazione dell?intervento nelle regioni con difficoltà finanziarie;

che nella legge finanziaria 2004 era prevista l?emanazione di uno o più decreti interministeriali per la definizione delle modalità di attuazione della normativa che già allora rappresentava soltanto un contenitore vuoto e non coerente con gli obiettivi da realizzare, e assolutamente carente con quanto concerne le risorse finanziarie;

che ad oggi non risulta emanato alcun decreto né risultano destinati finanziamenti;

che la scelta del Governo, rispetto alla misura che dovrebbe sostituire il reddito minimo di inserimento, risulta quindi evanescente dal punto di vista finanziario e insussistente sul piano degli strumenti operativi;

che a partire dal mese di ottobre prossimo saranno conclusi gli interventi relativi al reddito minimo di inserimento nei comuni destinatari del biennio di sperimentazione previsto dalla legge finanziaria 2001, determinando effetti devastanti su migliaia di famiglie e notevoli difficoltà per i Comuni interessati, come è stato dimostrato nei mesi scorsi per i primi 39 comuni che hanno esaurito la sperimentazione,

impegna il Governo:

a ripristinare l?istituto del reddito minimo di inserimento, con eventuali necessarie modifiche, abbandonando l?ipotesi del reddito di ultima istanza, in quanto misura evanescente e insussistente sul piano degli strumenti operativi e finanziari;

a procedere, in alternativa, con la massima urgenza, all?emanazione dei decreti interministeriali per consentire l?attivazione dell?istituto del reddito di ultima istanza, garantendo una dotazione finanziaria adeguata all?obiettivo del sostegno economico per i nuclei familiari a rischio di esclusione sociale;

a prorogare, nelle more della completa definizione degli strumenti normativi e di un?adeguata copertura finanziaria, la misura del reddito minimo di inserimento per i comuni già destinatari degli interventi, per evitare prevedibili effetti devastanti sul piano sociale.

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