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Sgrena. Ansia al manifesto, domani tutti al Campidoglio
D'accordo con il sindaco di Roma Veltroni l'ansia al giornale di Giuliana Sgrena, il manifesto, diventa mobilitazione per la sua liberazione
C’è Walter Veltroni nella sede del Manifesto, quando il direttore del quotidiano, Gabriele Polo, comincia a parlare. Sindaco e direttore hanno appena concordato una manifestazione per domani (alle ore 18 in Campidoglio, a Roma), una mobilitazione di piazza, come già avvenne per Simona Pari e Simona Torretta, per chiedere subito la liberazione di Giuliana Sgrena.
Nelle poche ore trascorse dal momento del rapimento a Bagdad, nella zona sunnita, i colleghi della cronista hanno stabilito qual è il loro compito: “Faremo sapere a tutti chi è Giuliana – continua Polo – che cosa fa, il suo lavoro, ora e prima della guerra, quando in Iraq c’era l’embargo, come ha voluto testimoniare le sofferenze degli iracheni, di tutti gli iracheni”
Polo conferma le prime versioni sul rapimento: “Giuliana ci ha telefonato alle 12, ha parlato con la segreteria, come ogni mattina, per chiedere di essere richiamata per dirci che cosa ci avrebbe mandato oggi. Stava andando nella zona universitaria con l’autista e l’interprete. Poi da lei non abbiamo saputo nient’altro”.
“Poco dopo che la notizia è uscita sull’Ansa ci ha chiamato il ministro Fini per confermare quanto era accaduto. Ci addolora – sottolinea il direttore del quotidiano – che la famiglia di Giuliana abbia saputo quanto era successo dalla televisione, e per questo chiediamo a tutti di essere rispettosi dell’ansia dei familiari”.
“Ci è arrivata subito la solidarietà di molti – continua Polo – le organizzazioni pacifiste con le quali collaboriamo, le autorità. Il sindaco Veltroni ha concordato con noi l’iniziativa di domani. Per parte nostra ci siamo attivati per preparare una scheda su Giuliana, che metteremo sul nostro sito e manderemo alle tivù arabe, Al Jazeera e Al Arabiya, per sottolineare che è una giornalista ed è in Iraq per testimoniare la guerra e la sofferenza del popolo. Sottolineeremo che è una militante pacifista”
Mentre il direttore del Manifesto parla continuano ad arrivare le telefonate di solidarietà, di colleghi di tutto il mondo che vogliono mettersi a disposizione: “Proprio in questo momento mi dicono che i corrispondenti in Iraq e in tutti i paesi dell’area stanno contattando tutti gli organi di informazione, perché chiunque abbia rapito Giuliana possa sapere bene chi è e che cosa stava facendo in Iraq”.
Immediata anche la linea diretta con Liberation, il quotidiano francese per il quale lavora Florence Aubenas, la giornalista rapita in Iraq. “Il direttore di Liberation mi ha chiamato per manifestare la sua solidarietà, ma anche per chiedere un rapporto costante, iniziative comuni”.
Non manca un accenno polemico, quando i giornalisti chiedono se ci sono particolari diversi sul rapimento, rispetto a ciò che si è saputo in mattinata. “Il ministro Pisanu ha parlato subito di una banda sunnita – osserva Polo piuttosto polemico – se ha informazioni precise in proposito, informazioni diverse dalle nostre, farebbe bene a dirle”.
L’importanza dell’azione istituzionale torna più volte nel discorso del direttore: “Ho detto quel che possiamo fare noi, poi è chiaro che altri – e su quel “altri” la voce di Polo si ferma in modo chiaro – dovranno fare la loro parte”.
“Giuliana non ha mai fatto una cosa avventata – conlcude Gabriele Polo – è una giornalista esperta, che conosce bene l’area in cui si muove e fa il suo lavoro con grande professionalità. L’importante è che si sappia, che tutti sappiano, chi è”.
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