Mondo

Cecenia, è sos bambini. Il grido di un ministro

Era titolare della Sanità nell’ultimo governo liberamente eletto a Grozny. Oggi è in esilio. E gira l’Europa per cercare solidarietà. Intervista ad Umar Khanbiev.

di Riccardo Bonacina

è davvero difficile credere che quest?omone di 50 anni, seduto di fronte a noi in redazione, sia uno dei nemici giurati di Putin. Si chiama Umar Khanbiev, è ceceno, ha due figli, è medico chirurgo e oggi vive in Azerbaigian. Grazie a Un passaporto per la libertà, iniziativa lanciata da alcuni deputati europei per aiutare personalità i cui diritti sono violati, dalla fine del 2000 gli è permesso girare l?Europa cercando di dar voce alle ragioni, alle disperazioni e alle speranze del suo popolo. Così è arrivato nella nostra redazione, accompagnato da Valerio Federico e da Gianluca Eremo, rappresentanti del Partito Radicale transnazionale cui lo stesso Umar è iscritto. Umar Khanbiev è il ministro della Sanità dell?ultimo governo liberamente eletto dal popolo ceceno. Quello espresso, nel gennaio 1997, dalle elezioni tenute sotto il controllo dell?Ocse (Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa) e che vide la vittoria del nazionalista musulmano Aslan Maskhadov. E come ministro della Sanità del governo Maskhadov, gira l?Europa chiedendo aiuti sanitari e accoglienza per migliaia di bimbi ceceni in difficoltà. Khanbiev è esule dalla Cecenia dal 2000, dalla fine dell?assedio di Grozny che durò quattro mesi, da ottobre 1999 a gennaio 2000. In quei mesi, sotto un diluvio di fuoco, Umar e la sua équipe curarono senza sosta combattenti ceceni, civili ma anche soldati russi. Alla fine del mese di gennaio, la situazione divenne insostenibile. Umar, con la sua équipe e i feriti, provò a lasciare l?inferno di Grozny. Dopo pochi giorni, però, fu fatto prigioniero in un campo di ?filtraggio? (centro di smistamento, di detenzione e tortura), a Tolstoï-lourt. Venne interrogato e picchiato per ore. In redazione ci racconta quello che provò a dire ai suoi carcerieri: «?Non ho mai portato un?arma, sono un medico e non ho fatto altro che curare?. Ma l?uomo incaricato di interrogarmi mi rispose: ?Tu puoi essere un medico, potresti essere Dio, ciò non cambia niente. Sei un ceceno e non hai diritto a nulla?». Vita: Che posto ha oggi l?aiuto umanitario in Cecenia? Umar Khanbiev: Le ong presenti oggi sono quelle che c?erano durante la prima guerra cecena: Medici senza frontiere, Medici nel mondo, Croce rossa internazionale, Lotta contro la fame (ong danese), L?uomo nel bisogno (ong ceca). Nessun altro ha accesso. E questa povertà di aiuti pone enormi problemi: la segreteria della presidenza europea, nel marzo scorso, nel suo rapporto annuale, ha definito la situazione cecena, come «catastrofica». Oggi abbiamo la necessità assoluta di sviluppare canali per l?aiuto umanitario e questo è lo scopo dei miei viaggi. Vita: E dall?Italia che cosa si aspetta? Khanbiev: Ho allacciato contatti con alcuni ong ed enti locali e da tre anni lavoro a un progetto di accoglienza di bimbi in Italia. Ho incontrato molti assessori alla Sanità e abbiamo sottoscritto accordi come quello con la Provincia di Bolzano o con la Regione Liguria. Abbiamo bisogno di centri attrezzati per interventi chirurgici e, più in generale, per periodi di riabilitazione psicoterapeutica di bambini che hanno subito gravissimi traumi a causa delle violenze subite da loro e dalle loro famiglie. Vita: Quali sono oggi i numeri dell?emergenza umanitaria in Cecenia? Khanbiev: Sono quasi 17mila i bambini che necessitano d?interventi chirurgici e di ricostruzione plastica, e molti quelli che hanno bisogno di psicoterapie. Ogni giorno esplodono mine e si stanno diffondendo malattie respiratorie, tubercolosi e leucemie a causa di radiazioni. Disponiamo di circa 20mila profili di bambini bisognosi di cure. Sono convinto che il problema dei bimbi malati della Cecenia non sia solo un nostro problema, anche perché da soli non potremmo mai risolverlo, ma un problema che la comunità internazionale deve porsi. Io vivo per far capire questo e spero di riuscirci. La mia preoccupazione è che lo sviluppo psichico delle nuove generazioni, cresciute tra bombardamenti e rastrellamenti, abbia ripercussioni gravissime. Vita: è duro vedere come la Cecenia non faccia notizia? Khanbiev: In Francia mi hanno paragonato a un ebreo che negli anni 30 girava l?Europa raccontando delle discriminazioni sugli ebrei in Germania senza che nessuno gli desse retta. è vero, nessun governo ci appoggia ufficialmente, nonostante sia evidente al mondo come siamo oppressi da un imponente esercito di occupazione. Speriamo che, prima o poi, qualcuno capisca. Vita: Lo scorso febbraio il Parlamento europeo ha riconosciuto come genocidio la deportazione del 1944 del popolo ceceno ad opera di Stalin e si è impegnato a studiare e approfondire il Piano di pace proposto dal suo collega, il ministro degli Esteri indipendentista Ilyas Akhmadov. Cosa si aspetta dalla nuova Europa e dal nuovo parlamento? Khanbiev: Sono state prese di posizioni importanti soprattutto da un punto di vista morale. Oggi speriamo che si possa fare qualche passo in più soprattutto riguardo il piano di pace e la ripresa di un processo democratico nel Paese. Se è vero, come dice Putin, che evitare la secessione cecena non è più il primo obiettivo russo, che oggi è quello di garantire la sua sicurezza da una deriva islamico-terrorista della Cecenia, la stessa Russia avrebbe di che guadagnare dalla presenza di una forza internazionale, come noi chiediamo da anni anche all?Onu. Vita: Putin regalerà la Cecenia al fondamentalismo islamico? Khanbiev: Il fondamentalismo islamico è impossibile in Cecenia, il nostro è un islam moderato di tradizione sufista. Sulla questione io racconto sempre una barzelletta. C?è uno scienziato cinico che vuole dimostrare come l?apparato uditivo della mosca si trovi sulle ali. Prende una mosca in mano e le dice di volare. La mosca ovviamente vola. Poi le strappa le ali e le ridà l?ordine di volare. Naturalmente la mosca non vola più. Putin fa la stessa cosa con la resistenza cecena: dopo aver praticato il terrorismo accusa i ceceni di terrorismo.


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