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Iraq. Ulivo verso nuovo no a missione italiana

Il centrosinistra, nonostante le aperture sul voto di domenica in Iraq, si sta orientando per votare no, al Senato, al decreto di rifinanziamento della missione militare in Iraq

di Ettore Colombo

Il voto di domenica in Iraq non ha certo riavvicinato i poli italiani, specie dopo l’indicazione di Romano Prodi per la sostituzione delle forze di occupazione con i caschi blu dell’Onu. La posizione del leader del centrosinistra e’ stata definita ”poco realistica” dal ministro degli Esteri Fini, in visita a Londra. Fini ha anche promesso che ”le truppe italiane non rimarranno un minuto in piu’ di quello che vorra’ il governo iracheno”. Secondo il ministro degli Esteri , dietro la scelta di Prodi ci sarebbe solo il tentativo di compattare le posizioni del centrosinistra, che rischiava di dividersi sulle conseguenze del voto di domenica, ma non lo ha fatto grazie alla saldezza dell’asse Prodi-Bertinotti. Se infatti il professore ha trovato la sintesi che sembra non scontentare nessuno (intervento dell’Onu e ritiro dei contingenti attualmente sul campo), il segretario di Rifondazione ha preso le distanze delle critiche della sinistra radicale : ”Le elezioni non sono state una farsa. Francamente bisogna prendere atto che li’ e’ avvenuto qualcosa di molto importante”. E’ rimasto dunque il solo Diliberto, segretario dei comunisti italiani, a criticare lo svolgimento delle elezioni di domenica lanciando il sospetto che i dati siano stati manipolati dagli occupanti. In questo clima sostanzialmente unitario, le forze della federazione dell’Ulivo dovrebbero decidere lunedi’ prossimo, in un vertice dei leader, l’atteggiamento da tenere al Senato sul decreto che finanzia la missione italiana in Iraq. Si va verso una replica del voto contrario di qualche mese fa, motivato con la necessita’ di aprire una nuova fase che coinvolga le Nazioni Unite. Gia’ oggi, nelle commissioni Esteri e Difesa del Senato, l’opposizione ha votato compattamente contro l’articolo uno del decreto. Con i voti della Fed, invece, e’ stato approvato il disegno di legge che riguarda la proroga di tutte le altre missioni militari italiane all’estero. L’aver ottenuto la separazione dei due provvedimenti (Iraq da una parte, altre missioni dall’altra) ha facilitato la scelta dei riformisti, che hanno potuto esprimersi a favore delle missioni ritenute ”indiscutibili”. Un altro voto bipartisan c’e’ stato nell’aula del Senato, dove e’ stato approvata a larga maggioranza una mozione per considerare gli attacchi dei kamikaze come crimini contro l’umanita’. Il decreto sulla missione in Iraq arrivera’ all’esame dell’aula del Senato martedi’ prossimo. A quel punto, se il centrosinistra confermera’ la scelta in favore del no al rifinanziamento alla missione ”Antica Babilonia”, l’unico pericolo per la Gad potrebbe venire da qualche azione di disturbo messa in atto dalla maggioranza: un ordine del giorno contenente per esempio la solidarieta’ e l’apprezzamento per il lavoro dei soldati italiani in Iraq potrebbe mettere in crisi pi? di un senatore riformista e spaccare nuovamente la coalizione. Del resto qualche distinzione nelle fila dell’opposizione si coglie facilmente. Se il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio insiste sul fatto che ”la priorita’ e’ la fine dell’occupazione militare”, il deputato della Margherita Agazio Loiero dice: ”Non credo che nell’attuale situazione si possa gia’ sostenere una qualunque forma di disimpegno dei nostri militari in Iraq”. Massimo Brutti, vice presidente dei Ds al Senato, ostenta sicurezza: a suo giudizio il voto del centrosinistra a Palazzo Madama sara’ unitario. Nel frattempo, il centrodestra affila le armi della polemica contro la Gad: il ministro delle Riforme Calderoli accusa Prodi di aver chiesto l’intervento dell’Onu ”solo per risolvere i suoi problemi e mettere insieme posizioni inconciliabili tra loro”, mentre Mario Palombo, responsabile di An per la Difesa, dice che l’opposizione ha messo in atto al Senato un ”accanito ostruzionismo” contro il decreto di proroga della missione italiana.

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