Formazione

Spese militari: le associazioni rispondono a Giovanardi

Il botta e risposta circa l'obiezione fiscale alle spese militari, tema rilanciato da Famiglia Cristiana

di Emanuela Citterio

L’argomento dell’obiezione fiscale alle spese militari, rilanciato da una recente presa di posizione di Famiglia Cristiana, ha scatenato una diatriba fra il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi e le associazioni che sostengono il diritto di non versare per la difesa armata la quota del 5, 5 per cento richiesta in base alla dichiarazione dei redditi.

“L’obiezione fiscale alle spese militari, avallata dal direttore di Famiglia Cristiana, e’ scelta irresponsabile che rischia di mettere in crisi sia le forze armate che il servizio civile nazionale, le due istituzioni nelle quali volontariamente i giovani possono adempiere al precetto costituzionale della difesa della patria”, ha affermato il ministro Giovanardi.

“In pratica non versare allo Stato una parte del dovuto vuol dire sottrarre moralmente e praticamente risorse al servizio civile nazionale, riducendo il numero dei giovani che potranno vivere questa esperienza, e mettere a repentaglio la vita dei nostri militari con la riduzione di mezzi e attrezzature nelle tante missioni di pace che svolgono fuori dall’Italia”, ha aggiunto il ministro. “E’ sconcertante che questa posizione, contraria alla dottrina della chiesa cattolica e ai documenti della conferenza episcopale in materia, possa godere dell’anacronistico ed inspiegabile privilegio di essere veicolata all’interno delle chiese da un settimanale come Famiglia Cristiana che legittimamente rivendica una militanza politica molto ben marcata”.

Ecco la risposta della Campagna di obiezione alle spese militari (cui partecioano Pax Cristi, Beati i costruttori di pace, Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione per la Pace, Lega Disarmo Unilaterale, Lega Obiettori di Coscienza, Berretti Bianchi e Rete Italiana per il Disarmo).

“Le dichiarazioni del Ministro, in merito alle affermazioni del Direttore di Famiglia Cristiana a favore della obiezione fiscale alle spese militari, dimenticano diverse cose:

1) la obiezione fiscale menzionata non è quella che vuole sottrarre denaro allo Stato, ma è finalizzata strettamente:
a) alla istituzione di una difesa popolare nonviolenta
b) all’ottenimento di una opzione fiscale tra difesa armata e difesa non armata e nonviolenta, così come oggi avviene per l’opzione dell’8 per mille tra le chiese;

2) che la responsabilità civica consiste sia nel mantenere delle strutture istituzionali per le quali il Ministro giustamente si preoccupa, ma anche nel creare la tensione sociale necessaria per rinnovare o costruire nuove strutture istituzionali;

3) il Servizio Civile Nazionale, di cui il Ministro Giovanardi ha la delega da parte del Presidente del Consiglio e di cui oggi egli si può gloriare a livello europeo, è nato, ed è stato costruito interamente dal basso, da persone molto responsabili (dello stesso tipo dell’obiettore fiscale citato da Famiglia Cristiana) che decine di anni fa hanno affrontato il sacrificio del carcere e della repressione sociale pur di proporre democraticamente, anche se illegalmente, una novità istituzionale al servizio del Paese;

4) dietro preciso suggerimento della Camera quando questa approvò la legge 64/2001, l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile da alcuni anni accetta le somme che gli obiettori fiscali destinano alla voce “Difesa popolare nonviolenta” del suo bilancio annuale di cui è responsabile il Ministro Giovanardi; secondo le indicazioni della Campagna le somme non sono sottratte all’intero Stato, ma sono obiettate al Ministero del Tesoro per altra destinazione statale; quindi si tratta solo di storno di tasse;

5) il gesto è usualmente apprezzato dall’Ufficio Nazionale suddetto, perché gli obiettori ricevono lettere di accettazione;

6) le parole “pace” e “missioni di pace” oggi non bastano a fare chiarezza, perché sono usate da tutti, anche da chi ha inaugurato la “guerra infinita”; piuttosto le sentenze della Corte Costituzionale (dalla 64/1985 alla 228/2004) e le leggi in merito al Servizio Civile finalizzano con precisione questo Servizio ad una “difesa civile non armata e nonviolenta” (l. 230/98, art. 8, comma e , l. 230/01 art. 1); escludono cioè gli esempi di missioni militari all’estero che egli ha citato, piuttosto possono fare riferimento alle interposizioni come nella guerra in ex-Jugoslavia, compiute da obiettori di coscienza che, infrangendo la legge di allora, ottennero la possibilità legale, elogiata anche dal Sottosegretario alla Difesa di allora, di andare in missione nonviolenta all’estero (l. 230/98).

In definitiva, il Ministro potrebbe ricordare che, essendo la finalità della Campagna OSM-DPN la difesa nonviolenta ed essendo le leggi che lui sta applicando (230/98 e 64/01) finalizzate alla difesa nonviolenta, il tema da sottolineare è quello della nonviolenza nei conflitti internazionali; e quindi la applicazione delle leggi in proposito nella prassi corrente delle istituzioni preposte a questo scopo.

Su questo punto dobbiamo notare che attendiamo da ben sette anni dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, dal Ministro preposto ad essa (appunto il Ministro Giovanardi) e dal Presidente della Repubblica, che dal 1998 è anche Capo Supremo delle Forze Non armate Italiane, la inaugurazione pubblica di una “difesa civile non armata e nonviolenta”; e speriamo che il Ministro voglia rimediare al più presto, in modo che il prossimo 2 giugno 2005 la Repubblica venga onorata non dai militari con una parata di armi e di armati al loro seguito, ma da una Festa civile delle Forze Non armate”.

Sul prossimo numero di Vita “Faccia a Faccia” fra don Tonio Dall’Olio, presidente di Pax Christi e Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del terzo settore

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