Volontariato

Treviso: gli inquirenti propensi a ricondurre l’attentato a Unabomber

Lo scoppio questa mattina a Treviso. Nessun ferito

di Redazione

Gli inquirenti che indagano sull’ultimo episodio riconducibile a Unabomber sono sempre piu’ propensi a considerare che l’attentato di questa mattina a Treviso possa essere riconducibile al misterioso bombarolo che semina il panico da dieci anni tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Sul posto, secondo quanto si e’ appreso, e’ stata trovata una piccola batteria che sarebbe fuoriuscita dall’ovetto calciato da uno studente in via Verdi e che e’ quindi esploso. La piccola batteria e’ stata raccolta dalla professoressa che accompagnava il gruppo di studenti a piedi in citta’ e consegnata agli investigatori del Ris di Parma. Proprio questa piccola batteria fa pensare all’ennesimo mini ordigno di Unabomber che in passato ha fabbricato bombe che contenevano appunto batterie mignon. Un secondo elemento e’ rappresentato dall’altro ovetto, inesploso, che e’ stato trovato lungo la via. L’oggetto e’ ora sottoposto alle indagini di un robot radiocomandato. Solo tra un’ora si sapra’ se anche questo involucro contiene un meccanismo esplosivo. Il procuratore capo di Treviso Antonio Fojadelli ha confermato che “ci sono elementi tali da far pensare a Unabomber”. Il pm Luca Marini, che coordina il pool interforze approntato appositamente per Unabomber, ha quindi risposto a chi domandava da quanto presumibilmente fossero la’ gli ovetti: “Non posso dire molto, ma non erano la’ da una vita”. Via Verdi infatti viene sottoposta a pulizia un giorno si’ e uno no; ieri lungo la strada sono passati i mezzi appositi della nettezza urbana.


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