Attivismo
Corpi civili di pace, la Cnesc plaude al finanziamento per il triennio 2025-2027
La Conferenza nazionale enti Servizio civile guarda con favore all’emendamento al Ddl di conversione in legge del decreto-legge che stabilizza i Corpi civili di pace con un finanziamento di due milioni di euro. Ciò consente di coinvolgere i giovani in interventi civili nonviolenti nelle aree di conflitto, a rischio di conflitto e di emergenza ambientale
di Redazione

«La Conferenza nazionale enti Servizio civile – Cnesc guarda con estremo favore all’emendamento presentato al Ddl di conversione in legge del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, per stabilizzare i Corpi civili di pace con un finanziamento di due milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027 per la realizzazione dei loro progetti all’estero. L’emendamento rappresenta il sostegno concreto a un’esperienza all’avanguardia nel panorama europeo, che coinvolge i giovani all’interno di interventi civili nonviolenti nelle aree di conflitto, a rischio di conflitto e di emergenza ambientale». Così si esprime Laura Milani, presidente della Cnesc, in una nota diffusa oggi dall’organizzazione che raggruppa alcuni dei principali enti accreditati con il dipartimento della Gioventù e del Servizio civile.

«Fa ben sperare questo orientamento da parte di tutte le forze politiche al Governo sulla prosecuzione dell’esperienza a fronte dell’esito positivo della sperimentazione, giunta alla quarta e ultima annualità, nonché in considerazione dell’evoluzione della situazione geopolitica mondiale, la quale suggerisce l’opportunità di investire maggiormente negli interventi di prevenzione e di trasformazione nonviolenta dei conflitti, attraverso attività di mediazione, dialogo, informazione e promozione dei principi democratici», prosegue Milani. «Ed è proprio per fare crescere questa esperienza, coerente peraltro con gli obiettivi della Risoluzione Onu Giovani, Pace, Sicurezza, che ci auguriamo che l’emendamento venga approvato e che il positivo fondo previsto venga ulteriormente ampliato proporzionalmente all’importanza dell’istituto dei Corpi civili di pace».
L’intervento dei Corpi civili di pace è previsto in vari campi d’azione: sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione; sostegno alle capacità operative e tecniche della società civile locale, anche tramite l’attivazione di reti tra persone, organizzazioni e istituzioni, per la risoluzione dei conflitti; monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario; attività umanitarie, inclusi il sostegno a profughi, sfollati e migranti, il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti giunti nel medesimo territorio; educazione alla pace; sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali, nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenze.
La Cnesc ha sedi presenti in 3.557 Comuni italiani, 108 province e 101 Stati esteri. Rappresenta 7.171 organizzazioni senza scopo di lucro e 247 Enti pubblici, con 17.859 sedi di attuazione. Tra le numerose realtà, vi aderiscono: Acli, Aism, Ancos, Anpas, Anpeas, Asc Aps, Assifero, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Avis nazionale, Caritas Italiana, Cesc Project, Cipsi, Cnca, Commissione sinodale per la diaconia, Confederazione nazionale Misericordie d’Italia, Cong. Psdp Ist. Don Calabria, Enapa, Endo-fap, Federsolidarietà/Cci, Focsiv, Inac, Legacoop, Mcl, Movi, Salesiani per il sociale, Shalom, Uildm, Unicef, Unitalsi, Unpli, Vides Italia.
Credit: la foto d’apertura è di Focsiv
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