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Mauritania: il salario minimo rialzato di quasi 400%

Per gli analisti, l'accordo tra Stato, padronato e sindacati è stato raggiunto in un periodo di grande fiducia per le ricadute delle future esportazioni petrolifere

di Joshua Massarenti

“E’ un boom sociale senza precedenti ottenuto grazie al senso dì responsabilità e a una forte volontà politica”. Questo il commento rilasciato in coro dai cinque maggiori sindacati della Mauritania al termine di negoziati interminabili con il governo e il patronato che hanno stabilito un aumento del salario minimo di ben 386 punti percentuali.

In termini reali, lo Smig (salario minimo interprofessionale garantito) passa da 14 a 62 euro, sia in ambito pubblico che privato. “E’ una regalo straordinario, ma è doveroso ricordare che lo Smig era rimasta invariato da ben 23 anni” ha commentato ai microfoni di Radio France internationale il segretario generale dell’Unione dei lavoratori della Mauritania Aberrahmane Ould Boubou, il quale ha sottolineato che oltre all’aumento del salario minimo, la vittoria consiste soprattutto negli impegni presi dal padronato locale su questioni cruciali quali la copertura sociale, la formazione professionale e la creazione di una commissione permanente di concertazione.

Oltre 70mila lavoratori dei settori “strutturali” privatibeneficeranno dell’aumento dello Smig che dopo decreto govwernativo verrà allargato agli impiegati pubblici. Per quanto riguarda la formazione, i sindacati hanno chiesto al governo di esigere alle compagnie petrolifere straniere presenti in Mauritania di creare centri di formazione per migliorare le qualifiche professionali dei lavoratori mauritani.

Secondo molti analisti, gli accordi tra sindacati, padronato e Stato sono stati raggiunti in previsione delle future esportazioni del petrolio previste per la fine del 2005. Sono in molti a sperare che le rimesse petrolifere condurranno a un miglioramento economico, finanziario e soprattutto sociale.

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