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Sto con il governo. Ma niente fondamentalismi

Intervista a Luigi Bobba, presidente nazionale delle Acli.

di Ettore Colombo

Gigi Bobba, presidente nazionale delle Acli, ha – sul tema della fecondazione assistita – l?atteggiamento di una persona appassionata che vuole capire e studiare un fenomeno. Ma anche quello di un cattolico che si pone profondi problemi di etica e compatibilità tra fede e scienza. Infine, quello di un cittadino della Repubblica che rifugge, per formazione e per scelta, le guerre di religione ma che non si tira indietro se si tratta di difendere i diritti di chi non ha diritti. «Serve una nuova etica pubblica condivisa, davanti a problemi che investono il rapporto tra tecnica e coscienza, con una tecnica che è andata troppo avanti e un diritto che non riesce a tenergli il passo», dice. Vita: Bobba, il governo ha fatto ricorso alla Consulta contro i referendum sulla fecondazione assistita. Scelta giusta o sbagliata? Luigi Bobba: La motivazione del ricorso, da parte del governo, è stata sia di merito che di metodo. Sul metodo, il sottosegretario Gianni Letta ha detto che è normale che il governo si costituisca contro referendum che cercano di minare leggi dello Stato. Sul merito, il governo stesso si è richiamato alla convenzione di Oviedo, che l?Italia ha firmato, convenzione che tutela i diritti del concepito. Se i referendum venissero approvati dalla Corte e votati dalla maggioranza degli italiani questi diritti verrebbero cancellati. La decisione dell?esecutivo mi trova d?accordo. Si tratta di un diritto costituzionalmente protetto, come riconoscono anche molti giuristi: anche se non fa parte integrante della Costituzione, proprio la Corte costituzionale ha riconosciuto, esaminando la legge 194, che i diritti del concepito vanno tutelati. Infine, non mi piace questo tentativo di ribaltare in continuazione le decisioni del Parlamento. Mi sembra, sinceramente, una pratica poco democratica. Vita: E la libertà di coscienza? E i diritti delle coppie? Bobba: Sono sempre più perplesso di fronte a questo continuo richiamarsi e trincerarsi dietro la libertà di coscienza. Il problema vero è che temi che riguardano l?intimità profonda delle persone non godono di regole e prescrizioni sociali mentre la scienza e la ricerca scientifica diventano sempre più invasive. Basti pensare al tema della clonazione. Servirebbe un?etica pubblica condivisa di fronte allo iato sempre maggiore che si registra tra la corsa tecnologia e la nostra capacità di regolarla, di normarla. Su temi, peraltro, che riguardano temi cruciali, come il genoma, la clonazione, la vita. Temi epocali di straordinaria rilevanza che fanno intravedere una nuova, grande, questione sociale. Una volta scoperta la bomba atomica, non si può ?disinventarla?, questo è vero, ma regolarla si può. E diventa sempre più necessario. è oscurantismo questo? Io non credo affatto. Vita: Ma non teme, in questo modo, il riaffiorare di antiche spaccature tra laici e cattolici? Bobba: Sì, ma credo anche che quando si utilizzano come clave strumenti così netti e contrappositivi come quelli referendari su temi così delicati, il rischio di alimentare radicalismi e fondamentalismi nasce da quella parte, non dalla mia. Nella logica politica dei radicali, il gioco è questo. Dietro, c?è un?idea di libertà senza limiti, di desiderio che assurge a diritto. Ma esistono anche i diritti degli altri. Quello dei nascituri, per dire. Ed esiste il problema della ricerca di un giusto e sano equilibrio tra libertà personale, ricerca scientifica e diritti di chi non ha, apparentemente, diritti. Vita: Può fare un riferimento concreto, in merito ai temi referendari? Bobba: Sì, certo. Quello della fecondazione eterologa. Ogni persona, anche i non ancora nati, hanno diritto alla propria identità. Come si fa a stabilirla, in quel caso? Rischiano di essere compressi e violati solo i diritti dei più deboli, dei nascituri. Questo non è giusto. Vita: I cattolici, in questo modo, però, rischiano di passare come quelli che vogliono vietare e basta? Bobba: Guardi che io, da cattolico praticante, non trovo che la legge entrata in vigore sia la migliore delle leggi possibili ma solo un buon compromesso. Dal punto di vista della dottrina cattolica, infatti, questa non è una legge ?cattolica? dato che permette la fecondazione omologa, ma è il ?male minore?. Vita: Dunque, si andrà allo scontro. Bobba: Non lo so, vedremo. Sento dire che la Corte costituzionale non ammetterà il referendum radicale, quello che chiede l?abrogazione totale della legge, ma lascerà via libera agli altri quattro. Questo potrebbe essere già un modo per svelenire il clima, per cercare di raffreddare gli animi, ma ribadisco che sono i referendum ad alimentare la contrapposizione ideologica, gli opposti fondamentalismi, non la legge. Non credo invece che sarà possibile una nuova mediazione politico-parlamentare, ormai è troppo tardi, anche se la decisione del governo di ricorrere alla Consulta contro la legittimità dei referendum non preclude la possibilità che alcuni articoli vengano ritoccati in caso di sentenza di ammissione dei quesiti. Vita: Cosa faranno le Acli, di fronte al referendum? Bobba: Non abbiamo ancora preso una posizione ufficiale ma abbiamo comunque giudicato l?iniziativa referendaria come profondamente sbagliata per almeno tre motivi. La legge approvata dal Parlamento rappresentava un compromesso accettabile; una legge va comunque sottoposta alla prova della sua applicazione e della realtà, specialmente su materie così delicate, prima di giudicarla e infine non ci è piaciuto lo svilimento del ruolo del Parlamento, luogo deputato a fare le leggi. Faccio notare che, dal referendum Segni in poi, nessuna consultazione ha mai raggiunto il quorum: agli italiani non è concessa solo la scelta secca tra un sì e un no, c?è anche quella dell?astensione. Non andare a votare è un modo chiaro di esprimere la propria contrarietà a uno strumento che, ormai, sembra venire usato solo per sostituirsi al Parlamento e cercare di legiferare al suo posto. Vita: Vorrebbe, di fronte a questo nuovo scontro che si profila, lanciare un appello dalle colonne di Vita? Bobba: Sì, vorrei che si lavorasse alla ricerca di un?etica pubblica condivisa, che non lasci sempre indietro e incerto il legislatore, su questo come su altri temi che riguardano la vita delle persone, dalla clonazione agli ogm, ma che accompagnino la crescita impetuosa della scienza e della tecnica con il rispetto dei diritti di tutti. A partire da quelli del concepito, che non sono variabili dipendenti. Una riflessione che eviti arroccamenti e scontri su temi troppo decisivi che non vanno affrontati in un clima da resa dei conti.


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