Diversi spartiti
Il rapper e il quartetto
Grazie a Fondazione Eos, a Milano, si sono incontrati cinque artisti molto diversi fra loro: Villabanks, noto per la sua musica rap, e il Quartetto Indaco, musicisti che compongono (ed eseguono) concerti per viola, violino e violoncello. Dalla rottura degli schemi al rapporto con il pubblico, la voce da milioni di stream e il raffinato quartetto d'archi hanno dialogato sulle similitudini, inaspettate, tra i loro mondi. Tutto ora è finito nella prima puntata del podcast "Backstage Conversations". VITA era in studio

Cos’hanno in comune un rapper e un quartetto d’archi? All’apparenza nulla, se non il fatto di lavorare con la musica. Ma se si fa un passo oltre, ci si accorge che i punti di contatto sono tanti, dalla percezione che hanno di loro il proprio pubblico di riferimento fino ai riferimenti musicali preferiti. Prendiamo Villabanks e Quartetto Indaco: il primo è un rapper noto per i suoi testi in cui i si alternano sentimenti più romantici a fotografie di strada, il secondo un gruppo musicale caratterizzato dalla vivacità e innovazione delle proprie esecuzioni. Ad avvicinarli è soprattutto la loro natura eclettica rispetto al proprio genere, la loro volontà di rompere gli schemi.
Villabanks, al secolo Vieri Igor Traxler, e Quartetto Indaco, composto da Eleonora Matsuno, Ida Di Vita, Jamiang Santi e Cosimo Carovani, sono stati i protagonisti del primo episodio di Backstage Conversations, il (video)podcast ideato da Le dimore del quartetto in collaborazione con Fondazione EOS – Edison Orizzonte Sociale per mettere in dialogo artisti provenienti da generi diversi. La puntata, disponibile da oggi, si intitola appunto «Rompere gli schemi».
«Entrambi siamo delle pecore nere», dice il rapper. Sia lui che la sua controparte, infatti, non si piegano alle classiche regole del gioco: «Ci poniamo delle sfide e proviamo a guardare oltre». È questo il punto di contatto più importante che i cinque artisti hanno riconosciuto. Per Villabanks, cantante da 13 dischi di platino e 14 d’oro, sovvertire le regole del rap vuol dire sperimentare da un punto di vista melodico e dei testi. Per Indaco, primo e unico quartetto italiano a vincere la medaglia d’oro al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Osaka, rompere gli schemi è un prendere in mano degli spartiti scritto cinquecento e passa anni fa e suonarla in maniera diversa, innovativa.

Oltre gli stereotipi
Conversazioni di questo tipo non sono solo permettono agli artisti di scoprire similitudini e gusti affini agli altri che mai avrebbero immaginato – una delle canzoni preferite di Eleonora Matsuno, per esempio, è Candy Shop del rapper 50cent, tra i primi idoli di Villabanks – ma danno a due pubblici lontani di incontrarsi e abbattere gli stereotipi reciproci. Così, i fan di Villabanks che hanno assistito alla registrazione del podcast hanno scoperto che la musica da camera non è «roba da vecchi» e che non è vero che chi la suona non ascolta altro. I loro genitori o nonni che li hanno accompagnati, invece, hanno potuto capire che il rap non è solo fatto di misoginia, pantaloni larghi e testi volgari e che dietro alla facciata di Villabanks c’è un professionista serio che sta in studio diverse ore al giorno.
Un pubblico “attivo”
Il ruolo del pubblico non è secondario. A ogni episodio assistono al massimo 50 persone alle quali, prima di partecipare, viene chiesto di rispondere a un questionario per capire quali siano i loro gusti. È anche a partire dalle risposte che viene costruito l’incontro tra la pop/rapstar e gli artisti della musica classica. Quello tra le due parti è un vero e proprio dialogo: non c’è un moderatore o un intervistatore, solo delle schede con delle domande a partire dalle quali gli artisti si raccontano, scoprendo cose in comune e svelando all’ascoltatore (o spettatore) nuove parti di sé.
Come si suol dire, da cosa nasce cosa. E perché non aspettarsi, allora, una futura collaborazione tra Quartetto Indaco e Villabanks? «Per il mio pubblico è un po’ una forzatura stare seduto a teatro», ha detto il rapper a margine della registrazione. «Una chiave, però, la si può trovare». Magari con un coinvolgimento degli archi in un suo brano.
Distribuito su Spotify, YouTube, Apple Podcast e Amazon Podcast e realizzato dall’agenzia di produzione indipendente DopCast, la produzione beneficia del supporto pro bono della società di collecting Itsright per la gestione dei diritti
In apertura: Villabanks e Quartetto Indaco. Foto di Jacopo Cima via Le dimore del quartetto.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.