Non profit

In attesa di una sentenza storica al Tar del Lazio

È prevista per il 26 gennaio la decisione sui fondi “congelati” dalle fondazioni dopo il decreto Visco.

di Redazione

Il 26 gennaio il Tar del Lazio potrebbe mettere la parola fine all?annosa questione delle risorse economiche destinate ai centri di servizio, che quasi tutte le fondazioni di origine bancaria (ben il 72%) finora hanno ?congelato?, a seguito di un atto d?indirizzo del 2001 del ministro Vincenzo Visco. Si tratta di una partita da oltre 120 milioni di euro, che vede fronteggiarsi, da una parte, una ventina di csv ricorrenti e, dall?altra, il ministero del Tesoro. «Come è noto, l?articolo 15 della legge quadro sul volontariato, la 266 del 1991, ha stabilito che le fondazioni di origine bancaria destinassero ai csv una quota pari a un quindicesimo dei proventi», spiega l?avvocato Bassano Baroni, che rappresenta in giudizio alcuni centri servizio, tra cui quelli di Milano, Mantova, Rovigo e delle Marche. «Il provvedimento Visco, nel 2001, ha dimezzato questa quota. I csv hanno immediatamente ricorso, sostenendo l?illegittimità dell?atto d?indirizzo. Risultato: sia il Tar Lazio che il Consiglio di Stato hanno già emesso una sospensiva del provvedimento Visco, confermando, di fatto, le ragioni del volontariato». Nonostante questa sospensiva, però, alcune fondazioni hanno continuato a osservare l?atto d?indirizzo e a erogare solo la metà dei fondi disponibili, ?accantonando? la restante parte. Si è così creata una situazione di notevole disomogeneità: «Dopo la sospensiva, ad esempio», prosegue Baroni, «la Fondazione di Verona ha messo a disposizione tutto il suo quindicesimo, mentre la Fondazione Cariplo continua a versare solo la metà». Il risultato, è una sostanziale ?asfissia? economica per i centri servizio, che per questa battaglia giurisdizionale e altri problemi legati a ritardi nell?istituzione e nel funzionamento dei comitati di gestione (che hanno il ruolo, di fatto, di trasferire i fondi dalle fondazioni ai centri servizio), hanno finito per ricevere solo il 30% delle risorse previste dalla legge. Adesso, almeno sul fronte del quindicesimo delle fondazioni, il Tribunale amministrativo del Lazio deciderà definitivamente, «e noi confidiamo in un esito positivo», commenta l?avvocato Baroni. La sentenza, di certo, segnerà una svolta nel rapporto tra csv e fondazioni. «Noi ci auguriamo che, comunque vada, possa dare il via libera a un maggior dialogo», dice Marco Granelli, presidente del Coordinamento Csv.net. «Dare queste risorse al volontariato significa riconoscergli soggettività e una piena responsabilità d?azione. Mi auguro che la chiusura di questo travagliato percorso possa segnare l?inizio di nuovi rapporti e sinergie con le fondazioni, in una condivisione piena delle attività sul territorio».

Come funzionano Fondi e coordinamento Quindicesimi accantonati

Le risorse dei centri servizio sono quelle delle fondazioni di origine bancaria, destinate per legge nella quota di un quindicesimo dei proventi. Un apporto fondamentale al volontariato, che potrebbe rafforzare la collaborazione virtuosa tra fondazioni e volontariato. I Comitati di gestione ripartiscono i fondi ai singoli csv. Le fondazioni erogano ai csv prelevando dai propri accantonamenti. Dal 1991 ad oggi, le risorse accantonate dalle fondazioni a questo scopo sono state pari a 556 milioni di euro. Una cifra enorme, di cui fino ad ora è stata però erogata solo una parte, pari a 135 milioni di euro. Di questi, i csv hanno speso il 92%, pari a 124 milioni.

Csv.net

Csv.net è il Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato. Nasce ufficialmente l?11 gennaio 2003 con l?intento di raccogliere, dare continuità e rafforzare l?esperienza del Collegamento nazionale dei centri di servizio costituito nel 1999. Ad esso aderiscono liberamente i centri di servizio per il volontariato: finora, 55 su 72, pari all?86% delle province con csv. Il Coordinamento nazionale ha lo scopo di rafforzare la collaborazione, lo scambio di esperienze, di competenze e di servizi fra i csv istituiti, per meglio realizzare le finalità istituzionali dei centri stessi nel rispetto della loro autonomia.

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