Toni Muzi Falconi, past president di Ferpi (la federazione dei comunicatori pubblici) non usa mezzi termini nel dire la sua riguardo al fiume di aiuti arrivati dalle aziende italiane per la causa asiatica: «è ora di tirare il freno e dirigere tutta questa bontà altrove, laggiù ne sono arrivati abbastanza. E alle aziende che hanno dato, consiglio: non lavatevene le mani, seguite la strada di quei soldi, per il bene di tutti».
Vita: Un consiglio controcorrente…
Muzi Falconi: Se qualcuno non ha ancora donato, sinceramente proporrei di cogliere l?opportunità di questi giorni, mentre l?attenzione è ancora alta, per sensibilizzare i loro interlocutori verso i temi sociali in contesti più vicini, ad esempio facendo conoscere ai dipendenti le associazioni di volontariato del territorio.
Vita: Questo possono farlo le aziende ?esperte?. Ma i neofiti?
Muzi Falconi: Non bisogna temere di essere ?freddi? staccando solo un assegno, a volte è meglio così. Però attenzione a scegliere i beneficiari, se si è inesperti bisogna farsi aiutare da qualcuno. Vita ad esempio?
Vita: Pensa che le aziende private abbiano doveri di trasparenza sull?esito delle donazioni, verso i pubblici di riferimento?
Muzi Falconi: Sarebbe più che altro un?opportunità da non perdere. Anzi, Confindustria potrebbe nominare un esperto, anche proveniente dal non profit, da affiancare al comitato pubblico dei tre garanti: una forma di consulenza operativa.
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