Cultura

Fiesole. Rutelli: “no all’egualitarismo”

Dopo le relazioni di Cacciari e Bonomi, che hanno "volato alto", e di cui Vita darà conto sul magazine, l'intervento di Rutelli al seminario della Margherita di Fiesole scatena polemiche

di Ettore Colombo

Fiesole (Fi) – nostro servizio. Dopo le dense relazioni di Aldo Bonomi e di Massimo Cacciari, che hanno aperto questa mattina il seminario della Margherita organizzato a Fiesole, presso il centro studi Cisl, da Ermete Realacci e che si concluderà domani, e dopo gli interventi di molti esponenti della società civile (il presidente delle Acli Bobba, quello delle ong italiane Marelli, il portavoce del Forum Patriarca), la giornata di studi della Margherita è entrata nel vivo del dibattito politico grazie all’intervento, che ha svolto nella prima parte della mattinata, il presidente della Margherita Francesco Rutelli. Identita’, Innovazione. Dopo la lettera a ‘Repubblica’ dei primi di gennaio, Francesco Rutelli sceglie il seminario della Margherita a Fiesole per rilanciare la propria visione del centrosinistra e le proprie proposte programmatiche. Dopo un duro attacco al governo ”con un premier che e’ il peggiore che abbiamo avuto da cinquant’ anni a questa parte”, il presidente dei Dl indica le priorita’ che devono guidare il progetto della Gad. ”Si’ all’utopia – afferma – perche’ abbiamo de riferimenti da guardare, da seguire come la stella polare. Serve una spinta generosa e appassionata in avanti. Si’ al futuro, ai giovani, alle famiglie. Si’ all’ambiente: serve il massimo di innovazione tecnologica e scientifica necessarie per garantire il massimo della conservazione della natura”. Rutelli punta poi sull’Europa (”E’ sfida gigantesca che dobbiamo essere in grado di affrontare”) e sul buongoverno, ”lo strumento per ottenere il traguardo del riformismo”. Infine un riferimento alla criminalita’ e alla sicurezza: ”E’ un tema che dobbiamo assumere un grande impegno democratico”. Ma forse sono i ‘no’ di Rutelli, i passaggi che faranno piu’ discutere: ”No alla socialdemocrazia – afferma ammettendo di concedersi qualche provocazione – perche’ si e’ esaurita. Il mondo e’ cambiato e le risposte politiche della seconda meta’ del secolo scorso non sono piu’ possibili. No all’egualitarismo perche’ una societa’ di uguali e’ povera, finta, retta da poteri oscuri che si basano sulla sopraffazione”. E soprattutto al vecchio welfare: ”Noi vogliamo difendere il modello sociale europeo. Ma se vogliamo salvarlo, c’e’ una sola cosa da fare: riformarlo. Ci interessa un cambiamento che non sia la fotocopia di un’Italia di trenta o quarant’anni fa. Il centrosinistra non puo’ essere il ciabattino delle scarpe vecchie. A volte bisogna saperle buttar via per comprarne di nuove”. ”Non siamo piu’ l’Italia di 10 anni fa – scandisce Rutelli – non siamo neppure piu’ all’Ulivo di Maastricht (anche se io lo difendo e lo rivendico) e non siamo piu’ alla Rifondazione delle 35 ore, che era un obiettivo sbagliato e lo e’ ancora di piu’ oggi”. I due miliardi e mezzo di persone che hanno fatto irruzione sullo scenario globale, e’ il ragionamento, presuppongono risposte nuove: ”Quale lettura del mercato del lavoro possiamo dare senza tenere conto di questo?”. Rutelli, che mette in guardia gli alleati dal pericolo di pensare di avere la vittoria in tasca, dedica buona parte del suo intervento al rinnovamento del linguaggio della politica: ”Di fronte a giganteschi cambiamenti, il rinnovamento dei concetti e delle parole si accompagna anche a un cambiamento della politica”. Immediata la replica della sinistra, stizzita quella dell’estrema sinistra, riunita oggi a Roma per discutere dell’altra o seconda sinistra (Bertinotti, Rossanda, Mussi, Diliberto) ma anche quella di gran parte dei Ds. ”La socialdemocrazia non e’ esaurita” ha detto il coordinatore della segreteria dei Ds Vannino Chiti, ai giornalisti che gli chiedeva un commento sulle parole di Francesco Rutelli che aveva pronunciato il suo secco ”no alla socialdemocrazia”. ”La socialdemocrazia non e’ un campo statico e ideologico degli anni Venti o Trenta – ha spiegato Chiti. E’ un soggetto politico che si deve innovare e aprire e si deve costruire il terreno sul quale tutti i riformisti possono incontrarsi”. Secondo Chiti ”se si pensa di fare la dimensione politica dell’Europa o dell’Italia prescindendo da questo si sbaglia”. Il parlamentare Ds sottolinea che ”le culture, le tradizioni e le esperienze riformiste devono trovare sedi o luoghi di confronto comuni proiettandosi verso il futuro e non guardando al passato” e in Italia e in Europa, spiega Chiti, ”non si puo’ fare questo processo senza o contro la socialdemocrazia. E’ un processo al quale le forze socialdemocratiche devono partecipare altrimenti balleremmo da soli”. ”Se Rutelli intende che le socialdemocrazie non sono autosufficienti rispetto alla capacita’ di unire le diverse culture riformiste – conclude Chiti – ha ragione, se invece dice che l’obiettivo si raggiunge senza le forze socialdemocratiche allora sbaglia”. ”Dico a Chiti che nelle parole di Rutelli non vedo intenti polemici, tanto meno volonta’ solitarie”. Cosi’ Paolo Gentiloni replica al coordinatore della Quercia, Vannino Chiti, che aveva letto ”intenti polemici” nel no alla socialdemocrazia pronunciato questa mattina a Firenze dal leader della Margherita. ”Rutelli ha detto no alla socialdemocrazia come nostro approdo unitario – ha proseguito Gentiloni – e l’ approdo unitario si chiama Ulivo”. Secondo il responsabile della comunicazione della Margherita e’ li ”che devono convergere culture socialdemocratiche, liberaldemocratiche, cattoliche, democratiche e ambientaliste”.


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