Non profit

Perché abbiamo detto “basta soldi”

Parla Stephane Oberreit.

di Joshua Massarenti

L?appello lanciato ai donatori lo scorso 6 gennaio dalla dirigenza di Medicins sans frontières di non mandare più soldi alla sua campagna in favore delle vittime dello tsunami ha suscitato in Francia, e non solo in Francia, polemiche infinite tra le organizzazioni non governative. A Vita, il direttore della comunicazione di Msf France, Stéphane Oberreit, spiega le ragioni di questa scelta. Vita: La vostra decisione non ha raccolto molti entusiasmi tra le ong. Se l?aspettava? Stéphane Oberreit: Sin dai primi giorni, in Thailandia, Sumatra e Sri Lanka, Msf ha potuto contare su un personale molto competente. A ciò si è aggiunto uno slancio di solidarietà umana senza precedenti che ci ha travolti. Dopo dieci giorni, Msf aveva già incassato 40 milioni di euro. Dopo alcuni giorni di riflessione, abbiamo annunciato ai nostri donatori che non saremmo stati in grado di tener fede alle promesse riguardo a un utilizzo corretto dei soldi. Msf non è una banca che distribuisce soldi ad altri attori umanitari. Nelle catastrofi naturali, l?80% delle persone colpite sono salvate da vicini o familiari, e non dagli aiuti esteri. E poi qui si tratta di Paesi relativamente benestanti… Vita: Altre ong vi accusano di mettere a rischio le loro raccolte? Oberreit: Questa polemica è stata provocata dai mass media. Il nostro appello è stato semplificato finendo per assomigliare a uno stop a tutta la campagna in favore delle vittime dello tsunami. Il problema riguardava solo Msf, non gli altri. Ci siamo basati sui nostri principi. Non possiamo ingannare i donatori dirottando i soldi destinati allo tsunami ad altre crisi umanitarie.


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