Scuola

Continuità degli insegnanti di sostegno, i sindacati fanno ricorso

Ok del Comitato Tecnico Scientifico dell'Osservatorio per l’inclusione scolastica al decreti che danno attuazione ai percorsi di specializzazione per il sostegno per chi ha conseguito un titolo all'estero o sta insegnando ma senza specializzazione. Intanto però Cgil e Gilda hanno fatto ricorso contro il decreto 71 sulla continuità didattica. Per la Fish «una difesa corporativa che rischia di allontanarsi dai reali diritti in gioco: quelli degli studenti con disabilità»

di Sara De Carli

La Flc Cgil e Gilda Unams hanno impugnato davanti al Tar Lazio il provvedimento del ministero dell’Istruzione e del Merito che introduce la possibilità per il docente in possesso del titolo di specializzazione di sostegno per gli alunni con disabilità di poter essere confermato, previa richiesta della famiglia avallata dal dirigente scolastico, sul medesimo posto assegnatogli nel precedente anno scolastico con precedenza assoluta rispetto al restante personale a tempo determinato.

La contrarietà dei sindacati alla norma era nota, in quanto a loro giudizio la nuova norma viola il principio di trasparenza necessario per garantire correttezza e regolarità nelle procedure di reclutamento. Ciò che compromette alla radice la continuità didattica, dicono, «è la precarietà del lavoro». La precarietà – è vero – è particolarmente elevata proprio tra gli insegnanti di sostegno: su 160mila insegnanti insegnanti precari nell’anno scolastico 2023/24 ben 108.885 sono di sostegno, il 68%, ha detto a settembre il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. I sindacati così chiedono la stabilizzazione degli oltre 130mila posti in deroga su sostegno.

Per Fish, le posizioni espresse dai due sindacati sono «miopi rispetto ai reali bisogni degli alunni con disabilità e delle famiglie». La continuità per gli alunni con disabilità «è una richiesta urgente che viene dalle famiglie, dalle scuole e da tutte le organizzazioni che si occupano di inclusione». La possibilità di confermare, su richiesta della famiglia e con il parere favorevole del dirigente scolastico, il docente di sostegno sul medesimo posto rappresenta un passo concreto verso l’attuazione della continuità didattica, che è un diritto dell’alunno, non un privilegio del docente di sostegno. Parlare di “lesione del diritto all’accesso al lavoro pubblico” come fanno i due sindacati, per Fish significa «ignorare che il sistema scolastico esiste innanzitutto per rispondere ai bisogni educativi degli studenti, non per garantire meccanismi astratti di rotazione del personale».

No, non è la famiglia a scegliere

Il decreto «non introduce alcuna forma di “gradimento” o “scelta” arbitraria da parte della famiglia», sottolinea Vincenzo Falabella, presidente Fish e consigliere del Cnel: la famiglia può esprimere una richiesta, che è semplicemente l’atto introduttivo di un procedimento amministrativo, senza nessuna sovversione delle prerogative degli organi collegiali. Si tratta piuttosto di «un’opportunità di ascolto e riconoscimento del lavoro svolto». Così che «parlare di “libertà di insegnamento subordinata alla famiglia” è una forzatura retorica che ignora la reale portata e i limiti della norma».

Precariato e stabilizzazione

Fish è da sempre favorevole alla stabilizzazione dei docenti di sostegno e al superamento dell’abuso dei posti in deroga: «ma è scorretto contrapporre la continuità educativa alla lotta al precariato. L’impugnazione del decreto appare come una difesa corporativa che rischia di allontanarsi dai reali diritti in gioco: quelli degli studenti con disabilità».

Articoli 6 e 7, ok dell’Osservatorio

Intanto il ministro Valditara ha comunicato che ieri il Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica ha dato parere favorevole sugli articoli 6 e 7 del decreto 71 che riguardano  i percorsi di specializzazione per il sostegno didattico agli alunni con disabilità. «La federazione ha chiesto ed ottenuto alcuni ulteriori miglioramenti del decreto, come la possibilità di aumentare i crediti formativi dei tirocini», ha detto Vincenzo Falabella. La Fish infatti ritiene imprescindibile che tali percorsi per gli insegnanti di sostegno che si sono specializzati all’estero o per quelli che già insegnano pur senza avere la specializzazione, non costituiscano una scorciatoia emergenziale, ma si inseriscano in una visione organica, coerente e di lungo periodo dell’inclusione scolastica.

Foto di CDC su Unsplash

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