Famiglia

Pedofilia: bambini indeboliti perché «non sanno più giocare»

Hanno abbandonato gli antichi giochi come nascondino favorivano il senso sociale e la capacità di difendersi. È l'analisi degli psicologi

di Gabriella Meroni

Niente ”palla prigioniera”, o ”bandiera”, o ”i quattro cantoni”. Cade nel dimenticatoio ”mosca cieca”, la ”caccia al tesoro” e la ”morra cinese”.
I giochi collettivi che un tempo caratterizzavano le aggregazioni dei bambini sono cancellati da un boom di consumo televisivo e di videogiochi.
Ma gli antropologi lanciano l’allarme: questi giochi distrutti dalla societa’ mediatica avevano tra gli altri il pregio di sviluppare un maggior senso sociale nei bambini e con il loro simbolismo di fornire loro piu’ strumenti di difesa rispetto a possibili pericoli.

Da uno studio svolto dallo psicoantropologo Massimo Cicogna a capo dell’associazione di psicologi volontari Help me negli ultimi 5 anni c’e’ stato un calo verticale della pratica dei giochi di societa’ fra i bambini italiani. Da un’analisi del tempo libero di oltre 1.000 bambini tra i 6 e i 12 anni in tutta Italia emerge come siano scomparsi tradizionali giochi di societa’ un tempo praticati in Italia. ”Nascondino” e’ praticato dal 47% del campione, ”palla prigioniera” da appena il 12%, ”bandiera” dal 9%, ”sparviero” dal 5%, i ”4 cantoni” dal 12%, ”castellone” dal 7%, ”mosca cieca” dal 42, ”strega comanda colore” dal 22%, ”un due tre stella” dal 2% del campione. Si eclissa anche il mitico ”ce l’hai” col 9% di praticanti. Un po’ piu’ forte forse grazie alle parrocchie la ”caccia al tesoro” con il 37% dei praticanti. Solo una minoranza di bambini pratica la ”morra cinese”. Scompare anche il ”rialzo” 9%, ”l’asino” 5%, ”pelota” 7%, ”pallavolo” 27%. Si mantiene il ”gioco delle biglie” 28%.

Cicogna denuncia: e’ una distruzione culturale ad opera della tv che uccide i giochi dei bambini unita ai videogiochi. E infatti i consumi culturali e ludici dei bambini sono fagocitati nel 66% dei casi dalla televisione e nel 32% dei casi dai videogiochi. Quali danni possono provocare questi nuovi consumi? Non ha dubbi Maura Alessandrini che insegna alle scuole elementari di Migliarino (Pisa): ”non appena suggeriamo ai bambini di creare tra di loro un gioco di societa’ scopriamo che l’unica forma di aggregazione che conoscono, soprattutto i maschietti, e’ la violenza. L’eclissi dei giochi di societa’ ha impoverito la loro creativita’ ma ricordiamoci che i giochi sono anche una forma di conoscenza”. E i divi televisivi si sentono sotto accusa? E’ perplesso Mario Mattioli che raccoglie milioni di telespettatori bambini attorno alle sue trasmissioni di calcio il sabato pomeriggio: ”bisogna ammetterlo il venir meno di questi giochi di societa’ e la preponderanza dei giochi tecnologici ha impoverito la creativita’ dei bambini e ha ritardato la loro emancipazione”.

Anche Maria De Filippi e’ colpita dai dati: ”la televisione e’ un mezzo di estrema penetrazione su tutti i target quindi anche sui bambini. Purtroppo non sempre nelle famiglie esiste un consumo mediato dello strumento televisivo. A volte manca la presenza di un adulto cosicche’ il tempo libero per i piu’ giovani diventa un assorbimento acritico di quanto passa in video. Le responsabilita’ sono tante ma sicuramente la famiglia ha le sue”. Per Michele Cucuzza: ”la tv non deve essere un’alternativa ai giochi di societa’. Deve essere solo uno svago preso a piccole dosi soprattutto per i piu’ piccini.

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