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Darfur: allarme di Annan, la violenza in aunento

Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan, ha tracciato un quadro cupo della situazione nella regione sudanese del Darfur nel suo ultimo rapporto al Consiglio di sicurezza, reso pubblico ieri

di Paul Ricard

Impasse politico, sicurezza inesistente e recrudescenza di violenza: il segretario generale dell’Onu Kofi Annan, ha tracciato un quadro cupo della situazione nella regione sudanese del Darfur nel suo ultimo rapporto al Consiglio di sicurezza, reso pubblico venerdi’. Sei mesi dopo il suo viaggio nel Sudan durante il quale il governo di Khartoum si era impegnato a ristabilire la sicurezza nella sua provincia occidentale e a proteggere la popolazione locale, Annan ha suonato il campanello d’allarme: ‘Notevoli quantita’ di armi sono state introdotte nel Darfur in violazione di una decisione del Consiglio di sicurezza (risoluzione 1556 del luglio 2004, ndr.). L’intensificazione della violenza, inclusi attacchi aerei, indica un deterioramento della situazione. ”Nuovi movimenti ribelli si formano – prosegue Annan – e lanciano attacchi in una zona petrolifera del Kordofan orientale”. ”Potremmo avviarci – aggiunge – verso un periodo di violenza intensa se non saranno adottati rapidamente provvedimenti”. ”Le pressioni esercitate sulle parti affinche’ tengano fede ai loro impegni non hanno avuto effetti riscontrabili sul terreno. Ne concludo che dobbiamo riesaminare le misure necessarie per migliorare la sicurezza e la protezione degli sfollati nel Darfur”. Il conflitto nel Darfur oppone dal febbraio 2003 tre truppe governative sudanesi, appoggiate dalle milizie arabe dei djandjawid a gruppi ribelli autoctoni che chiedono provvedimenti per lo sviluppo di tale regione desertica. Secondo l’Onu, il conflitto ha gia’ causato 70 mila morti, in maggioranza civili, e 1,6 milioni di sfollati o rifugiati.

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