Formazione

Maremoto: discriminazione nei campi profughi indiani

La casta degli "intoccabili" espulsi dai campi profughi nell'India meridionale

di Joshua Massarenti

Cacciati dai campi profughi perche’ ‘intoccabili’: il maremoto che ha devastato l’India meridionale non ha alterato i rigidi meccanismi della caste e a farne le spese sono i paria, cui secondo le organizzazioni non governative vengono persino negati cibo e acqua potabile. Secondo il Forum dei diritti umani per la liberazione dei Dalit (la casta piu’ bassa della gerarchia indiana), i corpi dei paria vengono lasciati decomporre per le strade e la comunita’ degli intoccabili e’ troppo decimata e denutrita per affrontare da sola l’emergenza sanitaria. “I villaggi dei Dalit sono stati trasformati in luoghi di sepoltura e quando chiedono aiuti viene loro concesso solo quello che e’ avanzato” ha detto Karuppiah, uno degli operatori delle Ong, “il governo chiude un occhio e li lascia a seppellire i morti senza guanti ne’ medicine”. A Keshvanpalayam, villaggio abitato dai Dalit, non sono arrivati aiuti ne’ si e’ fatto vedere alcun rappresentante del governo, mentre cibo, carburante, farmaci e tende vengono portati nel vicino villaggio di pescatori, appartenenti a una casta superiore. Kuppuswamy Ramachandra, un paria, ha raccontato che la sua famiglia e’ stata cacciata insieme ad altri gruppi di Dalit da un campo profughi e di essere stato ospitato in una scuola senza acqua, luce o servizi igienici. Fra tre giorni sara’ costretto a lasciare anche questo precario rifugio perche’ la scuola riaprira’ “e gli insegnanti non vogliono intoccabili tra i piedi”.


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