Cultura

Maremoto. Caritas: “Raccolta fondi non rispetta la gente”

Per don Vittorio Nozza la gestione dei fondi gestiti dalla Protezione civile è una "corazzata poco rispettosa della gente" e non tiene presente "il tanto sbandierato principio di sussidiarietà"

di Ettore Colombo

La gestione dei fondi raccolti per il Sud-est asiatico ed interamente gestiti dalla Protezione civile rappresenta una “corazzata poco rispettosa della gente” che non tiene presente ”il tanto sbandierato, almeno a parole, principio di sussidiarietà”. Il duro giudizio è del direttore della Caritas italiana mons. Vittorio Nozza. Intervistato dall’agenzia Asca, il sacerdote ha confermato che al mondo ecclesiale ”questa è una operazione che non piace per niente, ne’ per come e’ stata costruita, ne’ per come si sta sviluppando”.

D. – Ma quale e’ la ragione del vostro disaccordo, ribadito anche dalle Ong? Nozza: ”Ci si domanda innanzitutto dove sia confinata, in una simile struttura, la sussidiarieta’. Soprattutto in un evento cosi’ drammatico non si ha la sensibilita’ di valutare l’importanza di tante piccole, medie ma anche grandi realta’ non governative gia’ presenti da decenni sui territori colpiti e con radicati contatti con le popolazioni locali”.
D. – Cosa vi fa piu’ arrabbiare dei meccanismi di aiuto messi in atto per il maremoto?
Nozza: ”Ci pare che sia stata allestita in poco tempo una sorta di ‘corazzata’ poco rispettosa piu’ della gente che delle realta’ impegnate nella solidarieta’. Ci saremmo aspettati che, almeno in questo caso, le persone fossero raggiunte da un’ampia informazione e dalla possibilita’, quindi, di poter esprimere appieno la liberta’ di orientare la propria generosita’ verso mondi diversi”.
D. – Polemiche non sono mancate neppure per il poco coordinamento tra i diversi interventi, soprattutto a livello governativo…
Nozza: ”Sono ambiti nei quali non ci vogliamo muovere. Ribadiamo solo che la nostra esperienza ci porta a dire che per un efficace intervento e’ decisivo legare gli aiuti al territorio e alle popolazioni, insomma mettere questa generosita’ sulle gambe dei popoli locali, con il loro passo. Il coordinamento poi passa dal presupposto della conoscenza reciproca e della realta’ nella quale si opera. Non e’ un caso che noi come Caritas abbiamo sviluppato un forte coordinamento gia’ dal pomeriggio del 26 dicembre collegando Caritas regionali, con quelle nazionali e quella internazionale. Tutto e’ stato facilitato non perche’ possediamo mezzi di comunicazione piu’ potenti ma perche’ gia’ da anni operavamo in quei territori, in collegamento con i governi locali. Tutto cio’ ci ha consentito solo di ampliare quegli interventi, rafforzandoli e facendo confluire uomini e mezzi in appoggio all’esistente”.
D. – Questo chiama in causa l’importanza del ruolo della cooperazione e delle ong. Non le sembra contraddittoria la forte spinta solidaristica di questi giorni e la volonta’ ‘politica’ di tagliare costantemente la cooperazione, anche in Italia?.
Nozza – ”Di fronte ad una ecatombe come questa, l’emotivita’ e l’immediatezza prevalgono su tutto. Sono atti di spontanea solidarieta’ personale che occorre guardare con positivita’. Diverso e’ il discorso piu’ ‘politico’, anche dell’educare e radicare questa mentalita’. Il Concilio diceva che ‘non va concesso per carita’ quello che, invece, va dato per giustizia’. Quanto gli Stati riconoscono oggi i diritti fondamentali dei popoli per modificare in meglio la loro situazione? Quanto si investe in cooperazione o ci si adopera per un giusto ordine economico? Certo e’ che in questa ottica non si puo’ non notare che in questi anni, ad esempio, abbiamo assistito solo a pronunciamenti e annunci televisivi smentiti o addirittura contraddetti dagli atti politici concreti. Penso ai fondi tagliati alla cooperazione italiana anche nell’ultima finanziaria. Resta stridente il muoversi sotto i riflettori con grande generosita’ e poi ritirarsi quando c’e’ da operare chiare scelte politiche, semmai a luci ormai spente. Speriamo che questo non si ripeta per questa drammatica tragedia, quando cioe’ si trattera’ di continuare un’opera di riabilitazione e ricostruzione. Li’ si misureranno veramente gli stili e le modalita’ della solidarieta’ di governi e popolazioni”.
D. – Torniamo ai fatti italiani. Nei giorni scorsi alla Farnesina c’e’ stato un tavolo di lavoro tra governo, Protezione civile e ong. Non e’ stato forse quello il luogo dove si e’ dato il benestare ad un tipo di coordinamento ‘accentrato’ degli interventi?
Nozza: ”In quella occasione si e’ espresso gradimento per una struttura di coordinamento che, di per se’, nessuno contesta. Ma non credo che si sia avallato quello che sta accadendo. C’e’ stata la disponibilita’ a stare dentro ad un coordinamento ma questo, forse, e’ stato poi letto ed interpretato in modo sbagliato da qualcuno…”.

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