Cultura

Ds, svegliatevi al G8 o non vi sveglierete pi

Fausto Bertinotti spiega perché manifestare contro il Vertice sia un'occasione vitale per tutta la sinistra. E avverte D'Alema e Veltroni

di Giuseppe Frangi

Fausto Bertinotti non è un abituè di Cannes, ma a Genova ci sarà. Stesso mare, ma altra aria e soprattutto altra gente. Da mesi va battendo il chiodo che questa gente è il popolo da cui la sinistra può ripartire. Il risultato elettorale gli ha dato ampiamente ragione. Per questo il G8, dice, «è un’occasione imperdibile».
Vita: Ma questo G8 si farà o no?
Bertinotti: Non lo so. Non lo decido certamente io.
Vita: E per la sinistra cosa rappresenta l’appuntamento di Genova?
Bertinotti: È la grande occasione per trovare un’interlocuzione dialettica con i movimenti che si muovono contro la globalizzazione capitalistica. Per una sinistra che è uscita sconfitta dalla competizione elettorale, nonostante la nostra affermazione, questa è un’occasione rigenerativa. è un’occasione di confronto, anzi di commistione con i movimenti. E, dal punto di vista culturale, è un’occasione di riflessione sui guasti della globalizzazione capitalistica.
Vita: Può essere una nuova Seattle?
Bertinotti: La decisione del sindacato dei metalmeccanici di aderire alla manifestazione certamente ne avvalora la portata. Non siamo più di fronte ad un movimento contestativo giovanile ma a un modello che si avvicina a quello di Seattle: cioè sindacati, più ecologisti, più centri sociali, più intellettuali. Uno schieramento interessante da tutti i punti di vista.
Vita: A leggere i giornali non sembra più inquietante che interessante…
Bertinotti: È in atto una criminalizzazione preventiva dell’avvenimento. Per citare un fatto limitato ma emblematico: la custodia cautelare cui sono stati sottoposti alcuni esponenti di centri sociali romani per una contestazione a un comizio di An di qualche tempo fa. è un provvedimento che obbedisce solo una logica preventiva: le forze dell’ordine non vogliono che alcune persone giungano a Genova. E questo è inaccettabile da ogni punto di vista. Nella riunione dell’altro giorno al Global social forum abbiamo fatto un appello a Ciampi perché sia salvaguardato il diritto alla protesta.
Vita: E le false notizie su infiltrazioni terroristiche?
Bertinotti: È un terrorismo di carta. Si vuole creare un terrorismo psicologico. E speriamo che non si arrivi a forme concrete di provocazione. La miglior medicina contro tutte le provocazioni è allargare il fronte dei partecipanti: la loro ampiezza dal punto di vista sociale e la loro autorevolezza culturale.
Vita: L’oltranzismo di Bush non espererà gli animi?
Bertinotti: Certo che li esaspera. Ma anche con Clinton sarebbe stata la stessa cosa: l’atteggiamento di Bush corrisponde a un’esigenza del grande capitalismo americano. L’economia americana comincia a mordere, lo abbiamo visto con i 230mila licenziati dalla new economy. Così si pensa al rilancio di un’industria pesante e tradizionale, da quella di tipo bellico a quella nucleare. Così qualunque vincolo di carattere sociale e ambientale che frena gli spiriti animali e vitali del capitalismo debba essere spazzato via.
Vita: Visto dalla base, la sinistra pensa più alla sconfitta o all’appuntamento che l’attende?
Bertinotti: I diessini che lavorano nelle grandi organizzazioni come l’Arci si sono già rimboccati le maniche. Per il resto il partito è assolutamente sotto choc. Ma la spinta contestativa contro il G8 è talmente forte che è capace di trainare anche dei buoi in salita.
Vita: E Rifondazione?
Bertinotti: È perfettamente a suo agio. Come ogni volta che c’è una mobilitazione non di apparati ma di coscienze.

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