Formazione

Mieli: “La libertà di stampa non gode di buona salute…”

Il primo editoriale del nuovo direttore del Corriere della Sera

di Benedetta Verrini

”La liberta’ di stampa non sembra godere oggi in Italia di una buona salute”. Inizia cosi’ l’editoriale del nuovo direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli. ”La liberta’ di stampa riveste oggi una duplice, vitale importanza – continua -. Come sempre, essa costituisce l’elemento fondamentale di una societa’ democratica dal momento che in essa si realizzano due condizioni cruciali per la sua vitalita’: da un lato l’esistenza di un pubblico informato dei fatti, dall’altro una discussione collettiva sul significato di tali fatti, sulle conseguenze politiche da trarne, sui provvedimenti da prendere in relazione ad essi”. ”La liberta’ di stampa ai giorni nostri significa anche la difesa della parola scritta contro l’invadenza (non solo televisiva) dell’immagine, della percezione della realta’ sotto specie esclusivamente visiva – precisa Mieli -. La difesa della liberta’ di stampa significa salvare per le future generazioni il lascito immenso della lettura, da cui dipende tutta intera la trasmissione del patrimonio culturale della nostra civilta’ e la possibilita’ che continui ad esistere un valido sistema di istruzione”. Il neo-direttore continua a spiegare cosa per lui significhi la liberta’ di stampa (”un potere per contrapposizione, per contrasto: se la stampa e’ compiacente, infatti, essa finisce molto rapidamente per non contare piu’ nulla”) concludendo che alla fin fine si tratta ”solo e sempre la liberta’ di criticare i poteri. Avendo costantemente presente che e’ bene ad ogni critica accoppiare un’idea di costruzione, ad ogni scelta che si giudica sbagliata contrapporre una soluzione alternativa”. ”In una democrazia – sottolinea Mieli – la verita’ non e’ in linea di principio monopolio di alcuno. Proprio per questo e’ necessario che la stampa abbia una costante disponibilita’ ad ascoltare ogni voce ed eviti di appiattirsi sullo scontro politico con troppo facili entusiasmi e troppo facili anatemi”. In conclusione Mieli conferma il lavoro dei suoi predecessori, Ferruccio De Bortoli e Stefano Folli, e si impegna a ”seguire la stessa strada, cercando altresi’ di assicurare al giornale una sempre maggiore incisivita’ e una sempre maggiore severita’. Questo chiedono i tempi che il Paese sta vivendo”.


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